Leopardi “Discorso sullo stato presente del costume degli Italiani”. Parte terza.

Giovanni dalle Bande Nere : una vittima della litigiosità degli Italiani

Giovanni dalle Bande Nere : una vittima della litigiosità degli Italiani

 

G. Leopardi:  Discorso sullo stato presente del costume  degli Italiani

Parte Terza

Presentazione :
In questa  parte, del “Discorso sopra lo stato presente del costume civile degli Italiani” ( la terza nel Blog) , Leopardi afferma che la causa principale della litigiosità perenne degli Italiani, deriva dalla mancanza di un centro (Stato) forte, che dia coesione al corpo sociale. Perciò, gli Italiani si sentono abbandonati a se stessi e, anche  quando (raramente)  conversano, pensano a creare una distanza polemica dagli altri, il che li porta ad altercare e a litigare perennemente. Insomma, detto alla buona, e come molti di noi hanno amaramente sperimentato, in Italia, quando si comincia a conversare, si finisce subito a :”- Osteria numero..” ; -“Alle barzellette scurrili/scatologiche” ;  -“ Al pettegolezzo & mormorazione più nefasti” .    Insomma, la nostra società somiglia a quell’a”aiuola che ci fa tanto feroci” (Paradiso XXII, 151) di cui parla Dante (riferendosi letteralmente alla Terra, ma psicologicamente alla società italiana, quale era già ai suoi tempi.    Anche oggi, ciò che succede in giro per il mondo, è quasi sempre occasione perché qualcuno importi in Italia l’argomento, per farne oggetto di polemica interna. Un esempio ? Nella partita degli ottavi di finale fra Brasile e Messico, il portiere Julio Cesar ha sfoderato una straordinaria prestazione tecnico-atletica, parando tra l’altro due rigori. Tutto bene, dirà qualcuno. E invece, no! Perché, sui media italiani, la notizia è subito diventata un pretesto per una polemica ex post contro la società sportiva (Inter) nella quale Julio Cesar aveva giocato alcuni anni fa: “ Il portiere scartato dall’Inter  si vendica… portando il Brasile ai quarti…”, come se l’Inter avesse licenziato il portiere per scarso rendimento, mentre la ragione della cessione (si dice così, nel gergo sportivo) fu dovuta solo ed esclusivamente a ragioni economiche. Insomma, l’ingaggio di Julio Cesar era troppo alto, per l’Inter, all’epoca. Punto.   Buona lettura a tutti!

Massima litigiosità italica anche ai tempi di Federico di Montefeltro

Massima litigiosità italica anche ai tempi di Federico di Montefeltro

Ciascuno combattuto e offeso da ciascuno dee per necessità restringere e riconcentrare ogni suo affetto ed inclinazione verso se stesso, il che si chiama appunto egoismo, ed alienarle dagli altri, e rivolgerle contro di loro, il che si chiama misantropia. L’uno e l’altra le maggiori pesti di questo secolo. Così che le conversazioni d’Italia sono un ginnasio dove colle offensioni delle parole e dei modi s’impara per una parte e si riceve stimolo dall’altra a far male a’ suoi simili co’ fatti. Nel che è riposto l’esizio (rovina, ndr) e l’infelicità sociale e nazionale. E questa è la somma della pravità e corruzion de’ costumi.

Ed anche all’amore e spirito nazionale è visibile quanto debbano nuocere tali modi di conversare per cui trattiamo e ci avvezziamo a trattare e considerar gli altri sì diversamente che come fratelli, ed acquistiamo o intratteniamo ed alimentiamo uno spirito ostile verso i più prossimi. Laddove presso l’altre nazioni la società e conversazione, rispettandovisi ed anche pascendovisi per parte di tutti l’amor proprio di ciascheduno, è un mezzo efficacissimo d’amore scambievole sì nazionale che generalmente sociale; in Italia per la contraria cagione la società stessa, così scarsa com’ella è, è un mezzo di odio e di disunione, accresce esercita e infiamma l’avversione e le passioni naturali degli uomini contro gli uomini, massime contro i più vicini, che più importa di amare e beneficare o risparmiare; tanto che al paragone sarebbe assai meglio che ella non vi fosse affatto,e che gli italiani non conversassero mai tra loro se non nel domestico, e per li soli bisogni, come alcune nazioni poco polite e molto bisognose, o molto occupate e industriose. Certo la società che avvi in Italia è tutta di danno ai costumi e al carattere morale, senza vantaggio alcuno.

La litigiosità perenne

La litigiosità perenne

Queste sono le conseguenze della poca società e della poca vita che avvi in Italia. Dalla poca società nasce che non v’ha buona società e che quella poca nuoce al morale. E ciò nasce ancora come s’è detto dal disprezzo della vita che naturalmente ha luogo più che negli altri in quelli che nulla vi godono, e per chi niente ella vale, sì stante le altre circostanze come atteso eziandio la mancanza di buona e non tediosissima società.      La poca società e la poca vita (cioè poca azione) apparisce dalle sopraddette cose che sono naturalmente sinonimi di società e vita cattiva e scostumata e noiosa e immorale.

O tutti o gran parte degl’inconvenienti di sopra specificati12 hanno luogo proporzionatamente anche nelle nazioni più sociali e nelle migliori conversazioni. Da per tutto v’ha inconvenienti, da per tutto la società e l’uomo, considerato sì in se stesso e come individuo, sì come sociale, è imperfettissimo.

Di più i suoi difetti e quelli della società e gl’inconvenienti di questa, presi generalmente e capo per capo all’ingrosso, sono da per tutto i medesimi, massime in questi tempi di grandissimo commercio d’ogni genere e quindi conformità fra le nazioni civili, anche le più distanti. È impossibile nominare o descrivere un difetto e un inconveniente proprio d’una nazione in generale, che non si trovi o al tutto uguale o con poca differenza e modificazione in ciascun’altra. Io non intendo dunque di attribuire all’Italia esclusivamente gl’incomodi che ho detti. Sono ben lontano dall’immaginarmi un mondo diverso e più bello del nostro né paesi remoti da’ miei occhi. In particolare poi, dovunque v’ha società, quivi l’uomo cerca sempre d’innalzarsi, in qualunque modo e con qualunque sia mezzo, colla depressione degli altri, e di far degli altri uno sgabello a se stesso (o trattisi di parole o di fatti), e l’amor proprio in nessun paese è scompagnato dall’avversione comunque

sentita e dalla persecuzione comunque esercitata verso i propri simili, e massime verso quelli con cui si convive e che ci toccano più da presso o con gl’interessi o con l’uso quotidiano.

E questo accade più che mai nei popoli civili, e oggi più che in qualunque altro tempo, essendo riconosciuto per caratteristico di questo secolo, e per necessaria conseguenza delle opinioni e dello stato presente dei popoli, quel genere di amor proprio che si chiama egoismo, il pessimo di tutti i generi. Ma oltre che le modificazioni dei difetti e inconvenienti umani e sociali possono essere differenti come ho detto, vi si dà anche il più e il meno, e di essi altro può esser dominante e principale in un luogo, ed altro in un altro.     Quello dunque che io intendo di dire si è che gli accennati inconvenienti, per le cagioni e circostanze nostre specificate, sono maggiori qui che altrove, sono i dominanti in Italia, di peggior natura, più efficaci, più gravi, più estesi e frequenti e divulgati, più dannosi, più caratteristici e distinti nella nostra società e nella nostra vita che altrove.

Tratto dal sito Liber liber ; “ Discorso sullo stato presente del costume civile degli Italiani” , pagine 13 e passim .

L'Autore, Giacomo Leopardi

L’Autore, Giacomo Leopardi

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