Epidemia come Nemesi (V-A) – Continua

               Epidemia come Nemesi
                            V-A
Epidemia come Nemesi: in questa vicenda, il protagonista-Eugene “Bucky” Cantor, si ritiene l’untore del focolaio di polio che colpì la città di Newark nell’estate del 1944.

Pocono Montains-Pennsylvania

Pocono Montains-Pennsylvania

Quinto paragrafo A dell’Articolo dedicato a “Nemesis”, ultimo romanzo pubblicato in vita da Philip Roth (2010). Per i precedenti, si vada al link seguente:
Epidemia come Nemesi (IV) – Continua (ilgrandeinquisitore.it)
Dal
quarto paragrafo, potrete andare a ritroso, e leggere tutti gli altri.

L’Articolo terminerà con un paragrafo intitolato “Amleto & Roth”, molto divertente, che sarà pubblicato a breve su “ilGrandeInquisitore.it”, e che ovviamente vi consiglio di leggere.

I) Siamo al 1971, cioè 27 anni dopo la terribile estate del 1944, durante la quale un focolaio di polio aveva devastato le vite degli abitanti del quartiere Weequahic, nella città di Newark (NJ)-città natale dell’Autore. Le vittime della polio furono adolescenti, ma non solo, perché si era ammalato anche Eugene “Bucky” Cantor, Professore di Educazione Fisica al Campo Sportivo Locale.
Bucky, ventiduenne nel 1944, protagonista misterioso ed enigmatico di tutta la vicenda, incontra casualmente, di domenica, in Broad Street-Newark- uno dei ragazzi colpiti nel 1944 dalla polio-Arnold Melnikoff. Attraverso i due interlocutori, Roth ripercorre tutto quanto è accaduto nei 27 anni trascorsi.
Arnold/Arnie è riuscito a superare il trauma della malattia con l’invalidità conseguente: trentanovenne, ha uno Studio di Architetto nel centro di Newark, si è sposato, ed ha avuto dei figli.
Bucky-quarantanovenne- si è invece ritirato dal mondo, fa il benzinaio, vive da solo, e si accusa di essere stato “l’untore” del focolaio di polio sia a Weequahic, che a Indiana Hills: vicenda straziante e di sublime potenza narrativa!

 

Philip Roth

Philip Roth

 

5)“And you, Arnie?” he asked me. “You are without bitterness?”
“ I got the disease when I was still a kid.
I was twelve, about half of your age. I was in the hospital for close to a year. I was the oldest one in the ward,“ I said, „ surrounded by little kids screaming and crying for their families-days and nights these little kids searching in vain for a face they knew. They weren’t alone in feeling deserted. There were plenty of fear and despair to go around. And plenty of bitterness growing up with a pair of sticks legs. For years I lay in bed at night talking to my limbs, whispering, „Move! Move!“ I missed a year of grade school, so when I got back, I had lost my class and my classmates. And in high school I had some hard knocks. The girls pitied me, and the boys avoided me. I was always sitting brooding on the sidelines. Life on the sidelines makes for a painful adolescence. I wanted to walk like eveyone else. Watching them, the unbroken ones, out after school playing ball, I wanted to shout, „ I have a right to be running too!“ I was constantly torn by the thought that it could so easily have been another way. For a while I didn’t want to go to school at all-I didn’t want to be reminded all day long of what people my age looked like and of all they could do. What I wanted was the tiniest thing in the world: to be like everyone else. You know the situation,“ I said to him. „I’ll never be me as I was me in the past. I’ll be this instead of the rest of my life. I’ll never know delight again.“

Broad_Street_Cafe_and_the_Little_Theatre_in_Newark,_NJ

Broad_Street_Cafe_and_the_Little_Theatre_in_Newark,_NJ

(E tu Arnie?“ mi chiese.“Tu non sei arrabbiato?“
„Mi sono ammalato quando ero ancora un bambino. Avevo 12 anni, metà della tua età. Sono rimasto in ospedale per quasi un anno, ed ero il più grande di età in tutto il reparto,” dissi,” ero circondato da bambini piccoli che urlavano e piangevano chiedendo dei propri famigliari. Giorno e notte questi bambini piccoli cercavano invano un volto conosciuto. Non erano gli unici a sentirsi abbandonati. Tutt’intorno a me c’erano paura e disperazione. Il furore cresceva contro le gambe paralizzate. Per anni, di notte, giacendo nel letto mi mettevo a parlare alle mie gambe, e sottovoce dicevo,” Perché non vi movete? Muovetevi!”. Persi due anni di scuola superiore. Quando tornai a scuola, avevo perso la mia classe con tutti i compagni. Nella scuola superiore subii dei colpi durissimi. Le ragazze mi compativano, e i ragazzi mi evitavano. Mi mettevo sempre, angosciato, in disparte. Una vita ai margini ti rende l’adolescenza dolorosa. Avrei voluto camminare come gli altri. Quando li guardavo, sani, che giocavano a palla dopo la scuola, mi veniva di gridare,” Ho anch’io il diritto di correre!” Ero sempre ossessionato dal pensiero che le cose avrebbero potute essere facilmente differenti. Per un po’ avrei voluto addirittura non andare a scuola, per non avere sempre l’angoscia di vedere come i miei coetanei erano diversi da me, e ciò che potevano fare, che io non potevo. Ciò che volevo era la cosa più semplice del mondo: essere come tutti gli altri. E tu sai com’è sentirsi così,” gli dissi, “Non sarò mai più come ero in passato. Invece rimarrò per sempre come sono adesso. Mai più proverò la felicità di nuovo.”)

 

Philip Roth:"Nemesis"

Philip Roth:”Nemesis”

 


6)  Bucky nodded. He who once, briefly, atop the high at Indiana Hill, was the happiest man on earth-who had listened to Marcia Steinberg tenderly lullabying him to sleep over the long-distance line in the tremendous heat of that poisonous summer-undestood all too easily what I was talking about.
I told him then about a college roommate whom I moved out on in my sophomore year. «  When I got to Rutgers, » I said, «  I was given the other Jewish polio victim to room with  in the freshman dorm. That’s how Noah paired students up in those days. This guy was physically far worse off  than I was. Grotesquely deformed. Boy named Pomerantz. A brilliant scholarship student, high school valedictorian, pre-med genius, and I couldn’t stand him. He drove me crazy. Couldn’t shut up. Could never stifle his all-consuming hunger fort he pre-polio Pomerantz. Could not elude for a single day the injustice that had befallen him. Went ghoulishly on and on about it. „First you learn just what a cripple’s life is like, « he’d to say to me. « That the first stage. When you recover from that, you do what little is to be done to avoid spiritual extinction. That’s the second stage. After that, you struggle not to be nothing but your ordeal all the while that’s all you’re becoming . Then, if you are lucky, five hundred stage later, sometime in your seventies, you find you are finally able to say with some truth, „ Well, I managed after all-I did not allow the life to be : » sucked of me completely.“ That’s when you die“. Pomerantz did great in college, easily got into medical school, and then he died- in his first year there he killed himself“.

Ragazzi con disabilità provocata dalla polio: carrozzine, grucce, deambulatori e altro

Ragazzi con disabilità provocata dalla polio: carrozzine, grucce, deambulatori e altro

(Bucky annuì. Lui che una volta-e per un tempo breve-sulla cima di Indiana Hill fu l’uomo più felice al mondo-che aveva sentito Marcia Steinberg cantargli teneramente una ninna-nanna a telefono, da una lunga distanza nell’afa terribile di quell’estate pestilenziale-capì al volo ciò di cui io stavo parlando.
Allora gli raccontai di un compagno di stanza all’Università che avevo incontrato al mio secondo anno di corso: ”Quando andai a Rutgers,” dissi” fui messo in camera-nel dormitorio delle matricole- con un altro Ebreo colpito dalla polio. Così Noè metteva insieme gli studenti allora. Codesto tizio era fisicamente messo molto peggio di me. Deformato in modo grottesco dalla malattia, si chiamava Pomerantz. Brillante studente con borsa di studio, voti altissimi al liceo, geniale studente di Medicina, non potevo assolutamente stargli alla pari, e ciò mi mandava nei matti. Non potevo mettere a tacere la sua divorante nostalgia del Pomerantz prima della malattia, neanche per un giorno avevo potuto dimenticare l’ingiustizia che lo aveva segnato. Diventava macabro parlando di ciò.” Per prima cosa impari che la vita è assurda” – mi aveva confidato-. Questo è il primo stadio. Quando hai superato ciò, ti impegni a fare quel poco che ti serve per evitare la tua disintegrazione mentale: e siamo al secondo stadio. Dopo, devi combattere perché la tua vita non sia ridotta solo alla tua tribolazione. Allora, sei felice, al 500° stadio della prova, quando hai 70 anni, ti rendi conto che puoi dire, con qualche fondamento:”
In fin dei conti, non ho permesso che la mia vita mi fosse completamente sottratta. Ed è allora che muori. Pomerantz fu magnifico all’Università, riuscì facilmente a entrare alla Facoltà di Medicina e allora morì: al primo anno di corso, si uccise).

7)„ I can’t say, » Bucky told me, « that I wasn’t once attracted by the idea myself.“
„ I thought about it too,“ I said. „But then I wasn’t quite the mess that Pomerantz was. And then I got lucky, tremendously lucky; in the last year of college I met my wife. And slowly polio ceased to be the only drama, and I got weaned away from railing at my fate. I learned that back there in Weequahic in 1944. I’d lived through a summerlong social tragedy that didn’t have to be a lifelong personal tragedy too. My wife’s been a tender, laughing companion for eighteen years. She’s counted a lot. And having children to father, you begin to forget the hand you‘ve been dealt.“    ….(p.265)

Newark- Pomeriggio- Adolescenti

Newark- Pomeriggio- Adolescenti

(„Posso rivelare,“ mi disse Bucky,“che anch’io non mi sottrassi a questa idea”.
“Vale lo stesso per me,” aggiunsi. ” Ma allora non ero così disperato come Pomerantz. Dopo mi trovai ad essere felice, molto felice: all’ultimo anno di corso all’Università incontrai quella che sarebbe diventata mia moglie. Lentamente la polio smise di essere la mia unica preoccupazione, e fui distratto dal pensare al mio destino. Lo capii laggiù a Weequahic nel 1944. Ero passato attraverso un’estate segnata da una tragedia sociale, che non doveva diventare anche una tragedia personale. Mia moglie è stata una compagna dolce e allegra per 18 anni.
È stata molto importante, come lo è stato avere figli da crescere: non è stato difficile dimenticare la mazzata che avevo subita.”)

 

….(273)
8) Bucky wasn’t a brilliant man-he wouldn’t have had to be one to teach phys ed to kids-nor was he ever in the least carefree. He was largerly a humorless person, articulate enough but barely a trace of wit, who never in his life had spoken satirically or with irony, who rarely cracked a joke or spoke in jest- someone instead haunted by an exacerbated sense of duty but endowed with little force of mind, and for that he had paid a high price in assigning the gravest meaning to his story, one that, instensifying over time, perniciously magnified his misfortune. The havoc that had been wrought both on the Chancelor playground and at Indian Hill seemed to him not a malicious absurdity of nature but a great crime of his own, costing him all he’d once possessed and wrecking his life. The guilt in someone like Bucky may seem absurd but, in fact, is unavoidable. Such a person is condemned. Nothing he does machest he ideal of him. He never knows where his responsability ends. He never trusts his limits, because, saddled with a stern natural goodness that will not permit him to resign himself to the suffering of others, he will never guiltlessy ackowledge that he has any limits. Such a person’s greatest triumph is in sparing his beloved from having a crippled husband, ad his heroism consists of denying his deepest desire by relinquishing her.

 

TriState: New Jersey-New York State -New York City

TriState: New Jersey-New York State -New York City

 

 

(Bucky non era un uomo brillante- e non avrebbe dovuto fare l’insegnante di educazione fisica ai bambini: mai, neanche un momento, era stato spensierato. Era di fatto una persona cupa, abbastanza perspicace ma senza una minima traccia di allegria. Mai nella sua vita aveva parlato con tono satirico o ironico; mai aveva detto una freddura né battute di spirito. Ossessionato da un divorante senso del dovere, in realtà era debole di carattere. Perciò aveva drammatizzato e attribuito il significato più angosciante alla propria vicenda e-col tempo- era arrivato a compiacersi della propria sciagura. Il caos che si era scatenato al campo Chancelor, e poi a Indiana Hill gli era sembrato non catastrofe scatenata dalla natura, ma un suo crimine, per il quale aveva perso la propria salute e distrutto la propria esistenza. La colpa in gente come Bucky pare insensata, ma in effetti è inevitabile. Una persona così è condannata: niente di ciò che fa soddisfa il proprio ideale di vita, perché non conosce mai i confini della propria responsabilità. Non conosce i propri limiti, perché, imbrigliato in una severa bontà naturale che non gli consente di accettare le altrui sofferenze, finisce sempre per accorgersi di non avere limiti. Per una persona così, il più grande successo è di risparmiare alla persona amata di avere un marito invalido, e il suo eroismo consiste, comprimendo il proprio istinto, nell’abbandonarla…):

 

                                          Fine della V-A (Penultima) Parte

Continua

 

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