Franz Kafka è una serie di articoli dedicati allo scrittore praghese. In questo primo articolo, ci occupiamo del famoso racconto breve “Un messaggio dell’Imperatore”, pubblicato nel 1918, vivente Kafka, nella raccolta “Ein Landsarzt” (tradotto in Italiano come “Un Medico di Campagna”, e anche “Un Medico Condotto”). La traduzione dal Tedesco è nostra, e sarà così in tutti gli articoli della serie.
Eine kaiserliche Botschaft
Der Kaiser – so heißt es – hat dir, dem Einzelnen, dem jämmerlichen Untertanen, dem winzig vor der kaiserlichen Sonne in die fernste Ferne geflüchteten Schatten, gerade dir hat der Kaiser von seinem Sterbebett aus eine Botschaft gesendet. Den Boten hat er beim Bett niederknien lassen und ihm die Botschaft ins Ohr geflüstert; so sehr war ihm an ihr gelegen, daß er sich sie noch ins Ohr wiedersagen ließ. Durch Kopfnicken hat er die Richtigkeit des Gesagten bestätigt.Und vor der ganzen Zuschauerschaft seines Todes – alle hindernden Wände werden niedergebrochen und auf den weit und hoch sich schwingenden Freitreppen stehen im Ring die Großen des Reichs – vor allen diesen hat er den Boten abgefertigt. Der Bote hat sich gleich auf den Weg gemacht; ein kräftiger, ein unermüdlicher Mann; einmal diesen, einmal den andern Arm vorstreckend schafft er sich Bahn durch die Menge; findet er Widerstand, zeigt er auf die Brust, wo das Zeichen der Sonne ist; er kommt auch leicht vorwärts, wie kein anderer. Aber die Menge ist so groß; ihre Wohnstätten nehmen kein Ende. Öffnete sich freies Feld, wie würde er fliegen und bald wohl hörtest du das herrliche Schlagen seiner Fäuste an deiner Tür. Aber statt dessen, wie nutzlos müht er sich ab; immer noch zwängt er sich durch die Gemächer des innersten Palastes; niemals wird er sie überwinden; und gelänge ihm dies, nichts wäre gewonnen; die Treppen hinab müßte er sich kämpfen; und gelänge ihm dies, nichts wäre gewonnen; die Höfe wären zu durchmessen; und nach den Höfen der zweite umschließende Palast; und wieder Treppen und Höfe; und wieder ein Palast; und so weiter durch Jahrtausende; und stürzte er endlich aus dem äußersten Tor – aber niemals, niemals kann es geschehen -, liegt erst die Residenzstadt vor ihm, die Mitte der Welt, hochgeschüttet voll ihres Bodensatzes. Niemand dringt hier durch und gar mit der Botschaft eines Toten. – Du aber sitzt an deinem Fenster und erträumst sie dir, wenn der Abend kommt.
Un Messaggio dell’Imperatore
L’Imperatore-dicono-ha mandato a te, proprio a te, miserabile individuo, a te che sei un’ombra insignificante schiacciata nelle distanze più remote, di fronte al sole dell’Imperatore; l’Imperatore dal proprio letto di morte ha mandato un messaggio proprio a te, e solo a te. Egli ha ordinato al Messaggero di inginocchiarsi vicino al letto, e gli ha bisbigliato il messaggio. Ma egli attribuiva una tale importanza al messaggio, che ha ordinato al messaggero di ripeterglielo a bassa voce all’orecchio. Quindi, con un cenno del capo, ha confermato che era proprio così. Ecco, di fronte agli Cortigiani radunati per assistere alla sua morte, tutti i muri circostanti sono stati abbattuti, e i Grandi Principi dell’Impero stanno riuniti in cerchio sulle scalinate spaziose e in lieve ascesa-di fronte a tutti loro, Egli ha inviato il Messaggio. Il Messaggero, uomo deciso e infaticabile, immediatamente si mette all’opera per la sua missione, spingendo davanti a sé, ora con la mano destra, ora con la sinistra, si apre la strada attraverso la folla. Se incontra resistenza, egli si tocca il petto, dove scintilla il simbolo del Sole. La strada è resa così agevole per lui, come lo sarebbe per ogni altro uomo. Ma la moltitudine è così grande che non ha fine. Se egli potesse raggiungere lo spazio aperto, come potrebbe procedere velocemente, e senza dubbio presto potresti sentire il suo pugno benvenuto bussare alla tua porta. Invece, invano egli consuma la propria energia, perché sta ancora attraversando le stanze interne del Palazzo, e mai riuscirà ad arrivare alla fine di esse. Ma anche se ci riuscisse, niente avrebbe risolto, perché avrebbe ancora il cortile da attraversare, e dopo il cortile, la parte esterna del Palazzo. Quindi, ancora scale e cortili, e un altro Palazzo, e così via per mille anni. E se finalmente egli dovesse arrivare al cancello più esterno-ma ciò non avverrà mai, mai- si stenderebbe di fronte a lui la Capitale Imperiale, cioè il Centro del Mondo, un ostacolo di per sé per la propria vastità. Nessuno può passare oltre, anche se porta un messaggio di un Uomo Morto. Ma tu stai alla finestra al calare della sera e sogni che il messaggio arrivi a te.
Breve Commento:
L’Imperatore morente vuole mandare un messaggio a un Suddito. Chiama un Messaggero solerte, e gli bisbiglia il testo del messaggio, che il Messaggero scriverà, e porterà al destinatario, un suddito umile e lontano, che certamente non ha mai visto “den Kaiser” (l’Imperatore), e che forse anche ignora che ci sia un imperatore. Neanche il Sovrano-ovviamente-conosce il Suddito destinatario del Messaggio. Non sappiamo il contenuto del messaggio, né le ragioni della scelta di quel suddito. Il Messaggero accetta, ma subito si rende conto che la sua è una missione impossibile, perché già ci vorrebbero mille anni per uscire dal Palazzo Imperiale, e altrettanti per attraversare la Capitale, immensa come un Labirinto. E poi, nessuno dell’infinita moltitudine dei Cortigiani mostra la volontà di aiutare il Messaggero. Allora, il Messaggio diventa simbolico, e ogni suddito immagina che era proprio lui in Destinatario, o almeno spera di esserlo.
Chi è, e che cos’è l’Imperatore? Egli è certamente il Signore della Terra dove vive “l’uomo umile i insignificante”, che niente sa dell’attenzione che-in punto di morte- egli gli riserba, e del perché di questa attenzione. Noi sappiamo che c’è un messaggio, ma ne ignoriamo il contenuto. Ma forse, il contenuto non ha importanza, perché solamente importante è che il Signore si ricordi del suddito insignificante, che è la fonte del potere del Signore: anche se ci fossero i cortigiani, ma non ci fosse/ro il/i suddito/i, non ci sarebbe il potere dell’Imperatore.
Franz Kafka (Praga,1883- Kierling/Austria, 1924) aveva letto e ammirava Sören Kierkegaard, e in questo breve racconto si sente un’eco delle tematiche del Filosofo Danese, senza tuttavia alcuna tematica religiosa esplicita.
Ciò che colpisce in questo racconto, è il ruolo quasi onnipotente dei Cortigiani, i quali impediscono-con la loro stessa moltitudine-ogni contatto tra l’Imperatore e il Popolo.
Dunque, per concludere:
1) l’Imperatore invia un Messaggio, il cui testo è noto solo al Messaggero;
2) Nessun altro conosce il Messaggio, neanche il Destinatario, a cui non arriverà mai;
3) il Messaggero, che non riesce a portare il Messaggio all’ “uomo umile e insignificante”, non potrà rivelarlo a nessun altro.
“Eine kaiserliche Botschft” è un racconto breve, pubblicato nel 1918 all’interno della raccolta “Ein Landarzt” (“Un Medico di Campagna”).
(Franz Kafka: “Die veröffentlichten Bücher”)
Continua
Bellissimo, sembra scritto oggi, una settimana prima di Pasqua, mentre incombe l’incubo del contagio
Grazie. Kafka è potente e misterioso.
Grazie
Grazie
Ogni uomo è il messaggero di se stesso.
Ottima e pertinente osservazione. Grazie.