Bernardo Bellotto (4)
Quarto articolo su Bernardo Bellotto, il grande vedutista veneziano del XVIII secolo. Per i precedenti, si può andare a ritroso, a partire dal link qui di seguito (http://www.ilgrandeinquisitore.it/2018/08/bernardo-bellotto-3-2/).
Il Nostro ha ormai girato l’Europa. Dopo il soggiorno propedeutico alla propria pedagogia artistica, Verona, Brescia, Torino, la Brianza, e tutta l’Italia del Nord, erano state le prime tappe, quelle domestiche. Quindi, Londra, Monaco di Baviera, Dresda e Vienna.
Nel 1760, Bellotto è a Varsavia, avendo lasciato la propria casa in Dresda, distrutta con la città, a causa dei bombardamenti delle truppe del Re di Prussia, nella guerra tra gli Stati Tedeschi. Qualche volta, la nostalgia di Venezia lo assaliva, ed egli dipingeva-col ricordo-le immagini della “dolce patria” lontana. Lo faceva- probabilmente- utilizzando delle stampe dello zio. Ciò che è particolarmente degno di nota è che i quadri dipinti a distanza restituiscono con fedeltà i colori e le atmosfere di Venezia. Molte delle opere dipinte in Dresda sembrano risentire anche l’influsso di un altro geniale incisore veneziano, Giambattista Piranesi (http://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-battista-piranesi/).
Le opere erano siglate con il proprio monogramma -BB- spesso accompagnato dall’aggiunta-detto il Canaletto. Vivendo a Varsavia, il Nostro ne dipinse le strade, e molti angoli segreti, talvolta arricchiti di particolari di fantasia.
A queste opere, e a tutta l’opera di Bellotto, gli Storici dell’Arte hanno spesso rimproverato di caricare troppo di tonalità oscure le masse d’ombra degli edifici ritratti, mentre lo zio Canaletto era sempre riuscito a evitare un contrasto troppo netto tra la luminosità delle strutture architettoniche illuminate, e le parti in ombra. Questa critica pare fondata, e anche oggi si può riscontrare questa diversa abilità cromatica fra i due “Canaletto”.
Un altro aspetto dello stile di Bellotto è la riluttanza alla rappresentazione della figura umana. Egli spesso-risulta-si fece coadiuvare da due insigni ritrattisti italiani, il veneziano Francesco Zuccarelli (http://www.treccani.it/enciclopedia/francesco-zuccarelli_%28Enciclopedia-Italiana%29/), e il bolognese Stefano Torelli (http://www.treccani.it/enciclopedia/stefano-torelli/). Parimenti, Antonio Canal si era fatto aiutare-per la ritrattistica- da G.B.Tiepolo (http://www.treccani.it/enciclopedia/giambattista-tiepolo/) , e da Pietro Longhi (http://www.treccani.it/enciclopedia/pietro-longhi_(Dizionario-Biografico)/)
Bellotto non ebbe successo a Varsavia. Rimase solo un anno a Palazzo Reale, il 1761. Quindi rimase solo e senza denaro, ciò che lo spinse a vendere-a prezzo di liquidazione-tutte le tele dipinte nella capitale polacca, per la cifra invero esigua di 4.200 Scudi.
Subito dopo, fece ritorno a Dresda, dove nel frattempo erano morti il Re e il potente Ministro dell’Economia Bruhl, di cui si è detto nell’articolo “Bernardo Bellotto (3) http://www.ilgrandeinquisitore.it/2018/08/bernardo-bellotto-3-2/).
Tuttavia Bellotto non si perse d’animo: riprese la vita mondana, mostrandosi continuamente in pubblico. Così. Dopo 6 mesi, nel 1764, fu eletto Membro dell’Accademia Nazionale di Pittura. In 4 anni, completò la serie delle vedute di Dresda, che sono ora-in numero di 37-ad arricchire la Galleria d’Arte di quella città.
Tra il 1766 e il 1768, desiderando migliorare la propria situazione economica, chiede al re di Sassonia il permesso di raggiungere San Pietroburgo, alla corte dello Zar, dove lavorò circa 2 anni.
Il 20 aprile 1768, avendo egli 45 anni, apprese della morte dello zio, Antonio Canal, avvenuta in Venezia, all’età di 71 anni. Da quel momento, nel Mondo dell’Arte, rimase un solo “Canaletto”.
Luoghi dove Bernardo Bellotto visse ed operò:
-Venezia
-Roma
-Verona
-Brescia
-Torino
– Italia del Nord
-Londra
-Monaco di Baviera
– Vienna
-Dresda
-Varsavia
-S. Pietroburgo
-Dresda.
Fine Quarta Parte
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