Boccaccio : “Il Decamerone”, Giornata VIII; Novella 9 .
Simone di Villa, laureato in Medicina all’Università di Bologna, torna a Firenze e vi esercita la professione di medico. E’ dotato più di titoli, che di ingegno, e inoltre è curioso e impiccione, perché chiede di tutti, come se dovesse compilare delle schede cliniche vere e proprie.
Pensa inoltre che la felicità debba essere proporzionale al reddito, e infatti si meraviglia che Bruno e Buffalmacco, due “dipintori” , cioè imbianchini, amici e collegi inseparabili, vivano con allegra spensieratezza, anche se non hanno molto denaro.
Bruno giudica Simone “un animale”, cioè più che sciocco, comincia ad averne abbastanza della petulanza con cui il dottore si intromette nelle faccende altrui e, onde punirlo per la sua condotta indiscreta, gli prepara una burla “didascalica”.
Ecco il racconto di Bruno allo sciocco cerusico :
– I due amici, Bruno e Buffalmacco, sono allegri, perché frequentano un gruppo di circa 25 persone, che si sono poste sotto la guida di due negromanti scozzesi, discepoli di un tal Michele Scotto, il quale ha fondato il gruppo e poi, al momento di lasciare Firenze per far ritorno in patria, ha lasciato ai due discepoli, di cui sopra, il coordinamento delle attività dell’allegra brigata. I due negromanti forniscono i membri del gruppo di filtri magici, che consentono loro di avere le più mirabolanti avventure sessuali, come possedere la regina di Inghilterra, e la regina di Francia, e dame di simile lignaggio.
Ovviamente, lo sciocco dottore crede a questa incredibile fandonia e insiste per entrare in possesso di uno di questi filtri, per quindi potersi accoppiare con la regina di Inghilterra o di Francia. I due amici dicono a Simone che deve farsi trasportare alla sede del ritiro, cavalcando una bestia bizzarra che lo preleverà, a notte fonda, da un avello di Piazza di Santa Maria Novella.
La bestia sarà Bruno opportunamente travestito, e Buffalmacco sorveglierà a distanza che la burla abbia successo. Simone di Villa, inopinatamente, si sottopone alla prova imposta dai due compari: la bestia preleva il dottore, lo porta in groppa, e dopo una corsa sgangherata per le vie del centro di Firenze, depone lo sciocco cerusico in campo appena concimato con stallatico: qui la burla diventa beffa !
Il dottore, buttato con violenza nello stallatico, ne esce puzzolente, fa ritorno a casa, dove la moglie inveisce contro di lui, accusandolo di avere abbordato una prostituta violenta e manesca. Per mondarsi dalla puzza, Simone deve stare in casa per alcuni giorni. Intanto, i due burloni, dipingendosi in viso i segni di presunte percosse, fingono di essere stati aggrediti, come il dottore, dalla fiera, nella stessa circostanza. Lo svanitissimo dottore è perciò anche costretto a chiedere scusa a Bruno e Buffalmacco, per l’aggressione (falsa) subita.
L’effetto di questa lezione allo sciocco? E’ che il dottore, da quel giorno, non si impicciò più degli affari altrui!
– Opere di Boccaccio, scaricabili gratis dal seguente link:
http://www.liberliber.it/libri/b/boccaccio/index.php
– Per il significato del vocabolo burla, vai al link: http://www.treccani.it/vocabolario/burla/
– Per il significato del vocabolo beffa, vai al link:
In Boccaccio, la burla, che può anche diventare beffa, è lo strumento con cui persone socialmente inferiori abbattono le differenze sociali, punendo con arguzie dialettiche persone socialmente, ma non intellettualmente, superiori. Cecco Angiolieri, Rabelais,Cervantes, Shakespeare, Molière, sono altri autori sommi, in cui vengono descritte burle e beffe, sull’esempio di quanto aveva fatto ser Giovanni nostro nel “Decamerone”.