Giuseppe Maria Moscati (1880-1927) , canonizzato da Giovanni Paolo II nel 1987, è una straordinaria figura di medico, docente, scienziato, benefattore e santo:
– si dimostrò un grande organizzatore e dirigente sanitario quando, nel 1906, si recò a Torre del Greco, colpita dall’ultima eruzione del Vesuvio, e mise in salvo i ricoverati, prima del crollo della struttura;
– intervenne nel campo dell’igiene pubblica, in occasione dell’epidemia di colera in Napoli nel 1911, suggerendo le misure efficaci a fermare la malattia;
– fu tra i primi, in Italia, nel 1922, ad usare l’insulina per la terapia del diabete mellito di tipo I, cioè quello insulino-dipendente.
Cenni biografici su Giuseppe Maria Moscati :
Nacque il 25 luglio 1880, a Benevento, da Francesco, magistrato al tribunale di Cassino, Benevento, Ancona e infine Napoli; e da Rosa De Luca, dei marchesi di Roseto. Giuseppe, settimo di nove figli, si laureò in Medicina il 4 agosto 1903. – Assistente presso l’Ospedale degli Incurabili in Napoli: 1903-1908; – Aprile 1906: eruzione del Vesuvio su Torre del Greco, dove operava una succursale dell’Ospedale degli Incurabili. Moscati di recò presso quell’Ospedale, per mettere in salvo gli ammalati, poco prima del crollo della struttura;
– 1908: supera il concorso di assistente ordinario per la cattedra di Chimica Fisiologica, e vi svolge attività di ricerca;
– 1911:
A) epidemia di colera a Napoli. Moscati suggerisce le misure di igiene pubblica che, attuate, consentono di sconfiggere la malattia;
B) vince il concorso di coadiutore negli Ospedali Riuniti, posto ambitissimo e prestigioso;
C) riceve la libera docenza in chimica fisiologica, su proposta del Professor Antonio Cardarelli; – Docente presso l’Ospedale degli Incurabili dal 1911 al 1923;
– 1914: Muore la madre, per diabete mellito. Moscati si dedicò allo studio della malattia e, nel 1922, fu tra i primi in Italia ad usare l’insulina per la cura del diabete;
– 1917: rinuncia alla carriera universitaria, per continuare il lavoro presso i malati, nell’Ospedale degli Incurabili;
– 1919: Viene nominato primario, e abilitato alla libera docenza in clinica medica generale;
– 12 aprile 1927: Muore all’improvviso per ictus cerebri.
– Uno dei tanti aneddoti su Moscati: “ C’era un vecchietto povero e solo, che un tempo era stato compositore di canzoni che, perle sue non buone condizioni di salute, avrebbe avuto bisogno di controlli quotidiani, che però Moscati, molto impegnato, non poteva assicurargli. Il vecchio e il professore si misero d’accordo così: il vecchietto si faceva trovare in un caffè, lungo la strada che il Professore percorreva per raggiungere l’ospedale, e lì consumava (a spese del professore!) la colazione con latte e biscotti. Il professore, passando, faceva capolino all’interno del bar e salutava con un sorriso il vecchio malato; se qualche mattina non lo vedeva, Moscati andava di corsa a casa del vecchio, per soccorrerlo”
(da: “Papa Giovanni”, Rivista Mensile di Informazione Religiosa, Anno XLVIII, n. 9 – novembre 2014; pag. 34).
– Emilia De Marsico Dominedò, ultima paziente visitata da Moscati: “…Compresi così che, vivendo con l’umiltà del povero per aiutare quei poveri che a lui si rivolgevano fiduciosi, egli era riuscito ad attuare quell’ideale cristiano che è alla base del sommo insegnamento evangelico. Compresi in particolare che egli non realizzava soltanto l’incontro felice tra la scienza e la fede, ma quello superiore tra lo scienziato e Dio. Tutto questo io compresi negli anni successivi al mio incontro con Giuseppe Moscati. Ma su ogni concetto, su ogni nozione, su ogni pensiero sovrasta sempre un ricordo incancellabile e perenne di quel medico illustre e buono, che dopo avermi visitata rese la sua anima eletta a Dio…”.
Per l’ultima paziente visitata da Moscati, vai al link: http://www.moscati.it/Ital2/Marranzini_EDM.html
– La vicenda di Flora Sorrentino, curata da Moscati: http://www.moscati.it/Francais2/Fr_Sorrentino_GM_SE.html
– Viaggio di Moscati a Lourdes : http://www.moscati.it/Francais2/Fr_GM_Bernadette.html –
L’ultimo giorno terreno di Moscati: Il 12 aprile 1927 sembra un giorno come tanti: Moscati esce di casa alla mattina presto, serve la Messa delle 5,30 nella chiesa di santa Chiara, ritorna a casa per fare colazione, passa la mattinata all’ospedale, pranza a casa alle 13,30, mezz’ora dopo inizia le sue visite d’ambulatorio ma verso le 15,00 si ritira in camera, chiama Concetta, la persona di servizio, e le dice: “Sospendo le visite; mi sento male, dammi un po’ di laudano“. Si adagia in poltrona, china il capo, incrocia le braccia sul petto e, senza dire una parola, emette l’ultimo respiro. Mancano pochi mesi al compimento dei 47 anni. In poche ore la notizia si diffonde in tutta Napoli, la gente lo piange con queste semplici parole: “È morto il medico Santo”.
Vai al link: http://www.francescoocchetta.it/wordpress/?p=469).
– Un santo cattolico: in Albania, viene costruita una Chiesa in onore del Santo: http://www.moscati.com/santucci/testi/ES_chiesaSGM.html
– Il Santo a un paziente di Agropoli:
http://www.infoagropoli.it/notizie/Ritrovate-lettere-che-testimoniano-la-presenza-di-S-Giuseppe-Moscati-ad-Agropoli_12897.html.
Dal libro : “Scienza e Fede”, a cura di Sebastiano Esposito S.J.; Tipografia A. D’Alessandro; Napoli, 2006, riportiamo alcuni pensieri di San Giuseppe Moscati:
1) “…lo scetticismo è degli spiriti deboli…”; (17 ottobre 1904); pag. 17;
2) “… occorre…ritenere che questo principio di spiritualità che aspira a svilupparsi ed a manifestare per gradi la sua efficienza, che quest’ordine meraviglioso, che si organizza nella materia fino a raggiungere le alte vette della sua organizzazione più elaborata, non sia altro che l’attestazione che un Deus absconditus regoli con suprema intelligenza questo superbo edificio su cui si elva la vita, la quale si svolge mercé leggi sancite dall’Alta Sapienza che tutto muove ; tanto più meravigliose quanto esse governano non solo i colossali cosmi ma la delicatissima trama del più microscopico elemento…”; ( pag. 19;
3) “… La scienza ci promette il benessere e tutto al più il piacere; la religione e la fede ci danno il balsamo della consolazione e la vera felicità, che è una cosa sola con la moralità e col senso del dovere…E’ questo l’ammaestramento di Pascal: – Travaillons à bien penser. Voilà le principe de la morale…”; pag. 21;
4) “…Anch’io perdetti , ragazzo, mio padre e poi, adulto, mia madre. E mio padre e mia madre mi sono a fianco, ne sento la dolce compagnia; e se cerco di imitare loro, che furono giusti, io ne ho incoraggiamento, e se pare che devii, ne ho ispirazione al bene, come una volta i consigli col vivo della voce…”; ( 20 gennaio 1920); pag. 79; 5) “ …Iddio poi ti domanderà conto della vita che vi donerà. E quando, da qui a mille anni, comparirete alla Sua presenza, voi dovete poter rispondere: – Signore, ho compiuto bene la mia giornata! Ho operato per la maggiore tua gloria!- …”; (30 giugno 1926); pag. 83.
Grazie. Anch’io sono ammiratore e devoto di San Giuseppe Moscati.
Io sono una donna molto devota al SSprofessore Moscati,Lui. È Stato un Grande Medico ma prima di tutto Era UN UOMO DI FEDE CONCRETO E GENEROSO.HA DEDICATO TUTTA LA VITA AGLI AMMALATI LASCIANDO I BENI MATERIALI PER UN PIÙ ALTRO FINE.AIUTANDO I POVERI. HA MESSO IN PRATICA LE PAROLE DI Gesù. Dio CERTAMENTE È CON LUI.
Grazie della Sua lettera.