Presentazione:
Il moralista è immortale e ubiquo: lo trovi in tutte le epoche, in tutte le società, e in tutte le latitudini. E’ fastidioso? Sì, come una mosca, di cui non sai mai come liberarti. Perché è così molesto il moralista, o “tartufo” ? (Molière). Perché egli, senza voler pagare dazio, pretende di partire sempre da una condizione di superiorità su di te. Questa condizione è: il moralista vuole parlare di tutte le tue magagne, anche minime, mentre tu non puoi/devi parlare delle sue magagne, anche grandi/gigantesche. E come tenta di ottenere questo vantaggio dialettico? Parla prima, e non ti lascia replicare. Quando,finalmente, vuoi replicare, il moralista fa due cose: A) si offende (finge di) ; e/o , B) dice che non ha più tempo, anzi che non ha mai tempo, che lavora 25 ore al dì, e 8 giorni la settimana. Il moralista è uno che ti dice che pensa sempre agli altri, e mai a se stesso, senza accorgersi che pensare sempre agli altri, e perciò mai a se stessi, è già segno di squilibrio! Come uscirne? Non frequentando mai un moralista, cioè lasciandolo nel suo proprio brodo. Quando te la vedi brutta con lui, dagli ragione su tutto, e cambia argomento, e dopo, cambia anche strada e città .
Qui troverete alcuni testi sull’argomento:
– Ezechiele, un Profeta dell’Antico Testamento, che ha scritto cose tremende, profetiche per l’appunto, sulla materia;
– S. Matteo, Vangelo;
– Blaise Pascal;
– Charles Baudelaire.
Buona lettura!
Ezechiele , 18
[4]Ecco, tutte le vite sono mie: la vita del padre e quella del figlio è mia; chi pecca morirà.
[20]Colui che ha peccato e non altri deve morire; il figlio non sconta l’iniquità del padre, né il padre l’iniquità del figlio. Al giusto sarà accreditata la sua giustizia e al malvagio la sua malvagità.
[23]Forse che io ho piacere della morte del malvagio – dice il Signore Dio – o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva?
[30]Perciò…. io giudicherò ognuno di voi secondo la sua condotta. Oracolo del Signore Dio. Convertitevi e desistete da tutte le vostre iniquità, e l’iniquità non sarà più causa della vostra rovina. [31]Liberatevi da tutte le iniquità commesse e formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo. Perché volete morire, o Israeliti? [32]Io non godo della morte di chi muore. Parola del Signore Dio. Convertitevi e vivrete».
Per l’integrale di Ezechiele, vai al seguente link: C:\Users\Patella\Documents\Blog\Materiali 2\2014-033 Ezechiele – www_maranatha_it.htm
Matteo, 517. Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento
Matteo, 23
1 Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
2 «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei.
3 Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno.
4 Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito.
5 Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange;
6 amano posti d’onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe
7 e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare “rabbì” dalla gente. 8 Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli.
9 E non chiamate nessuno “padre” sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo.
10 E non fatevi chiamare “maestri”, perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo.
11 Il più grande tra voi sia vostro servo;
12 chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato.
13 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate,
14 e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci..
15 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi.
16 Guai a voi, guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non vale, ma se si giura per l’oro del tempio si è obbligati.
17 Stolti e ciechi: che cosa è più grande, l’oro o il tempio che rende sacro l’oro?
18 E dite ancora: Se si giura per l’altare non vale, ma se si giura per l’offerta che vi sta sopra, si resta obbligati.
19 Ciechi! Che cosa è più grande, l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta?
20 Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra;
21 e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che l’abita.
22 E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso.
23 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell’anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle.
24 Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!
25 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto mentre all’interno sono pieni di rapina e d’intemperanza. 26 Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi netto!
27 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all’esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume.
28 Così anche voi apparite giusti all’esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità.
29 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti,
30 e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti;
31 e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti.
32 Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!
33 Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna?
34 Perciò ecco, io vi mando profeti, sapienti e scribi; di questi alcuni ne ucciderete e crocifiggerete, altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città.
Per l’integrale del Vangelo di S. Matteo, vai al seguente link :http://camcris.altervista.org/nt_gio.html
Blaise Pascal (1623-1662)
« Pensées »
(405**) Différence entre l’esprit de géométrie et l’esprit de finesse. – En l’un, les principes sont palpables, mais éloignés de l’usage commun; de sorte qu’on a peine à tourner la tète de ce côté-là, manque d’habitude : mais pour peu qu’on l’y tourne, on voit les principes à plein ; et il faudrait avoir tout, à l’ait l’esprit faux pour mal raisonner sur des principes si gros qu’il est presque impossible qu’ils échappent. Mais dans l’esprit de finesse, les principes sont dans l’usage commun et devant les yeux de tout le monde. On n’a que l’aire de tourner la tête, ni de se faire violence; il n’est question que d’avoir bonne vue, mais il faut l’avoir bonne; car les principes sont si déliés et en si grand nombre, qu’il est presque impossible qu’il n’en échappe. Or,l’omission d’un principe mène à l’erreur; ainsi, il faut avoir la vue bien nette pour voir tous les principes, et ensuite l’esprit juste pour ne pas raisonner faussement sur des principes connus . Tous les géomètres seraient donc fins s’ils avaient la vue bonne, car ils ne raisonnent pas faux sur les principes qu’ils connaissent; et les esprits fins seraient géomètres s’ils pouvaient plier leur vue vers les principes inaccoutumés de géométrie.
169) . Géométrie, finesse.
– La vraie éloquence se moque ( se ne infischia) de l’éloquence, la vraie morale se moque de la morale, c’est à dire que la morale du jugement se moque de la morale de l’esprit, qui est sans règles. Car le jugement est celui à qui appartient le sentiment, la science appartient à l’esprit. La finesse est la part du jugement, la gèométrie est celle de l’esprit. Se moquer de la philosophie, c’est vraiment philosopher.
Insomma : Nessuno parla di moralità, moralmente!
406] Ce qui fait donc que de certains esprits fins ne sont pas géomètres, c’est qu’ils ne peuvent du tout se tourner, vers les principes de géomélrie; mais ce qui fait que des géomètres ne sont pas fins, c’est qu’ils ne voient pas ce qui est devant eux, et qu’étant accoutumés aux principes nets et grossiers de géomélrie, et à ne raisonner qu’après avoir bien vu et manié leurs principes, ils se perdent dans les choses de finesse, où les principes ne se laissent pas ainsi manier. On les voit à peine, on les sent plutôt qu’on ne les voit ; on a des peines infinies à les faire sentir à ceux qui ne les sentent pas d’eux-mêmes : ce sont choses tellement délicates et si nombreuses, qu’il faut un sens bien délicat et bien net pour les sentir, et juger droit et juste selon ce sentiment, sans pouvoir le plus souvent les démontrer par ordre comme en géométrie, parce qu’on n’en possède pas ainsi les principes, et que ce serait une chose infinie de l’entreprendre. Il faut tout, d’un coup voir la chose d’un seul regard, et non pas par progrès de raisonnement, au moins jusqu’à un certain degré. Et ainsi il est rare que les géomètres soient lins et que les fins soient géomètres, à cause que les géomètres veulent traiter géométriquement ces choses fines, et se rendent ridicules, voulant commencer par les définitions et ensuite par les principes, ce qui n’est pas la manière d’agir en celte sorte de raisonnement. Ce n’est pas que l’esprit ne le fasse; mais il le l’ail tacitement, naturellement et sans art, car l’expression en passe tous les hommes, et le sentiment n’en appartient qu’à peu d’hommes. Et les esprits fins, au contraire, ayant ainsi accoutumé, à juger d’une seule vue, sont si étonnés – quand on leur présente des propositions où ils ne comprennent rien, et où pour entrer il faut passer par des définitions et des principes si stériles, qu’ils n’ont point accoutumé de voir ainsi en détail, -qu’ils s’en rebutent et s’en dégoûtent. Mais les esprits faux ne sont jamais ni fins ni géomètres. Les géomètres qui ne sont que géomètres ont donc l’esprit droit, mais pourvu qu’on leur explique bien toutes choses par définitions el principes ; autrement ils sont faux et insupportables, car ils ne sont droits que sur les principes bien éclaircis. Et les fins qui ne sont que fins ne peuvent avoir la patience de. descendre jusque dans les premiers principes des choses spéculatives et d’imagination, qu’ils n’ont jamais vues dans le monde, et tout à fait hors d’usage .
Per Pascal vai al link: Bibliotèque Nationale de France Oeuvres de Blaise Pascal
Charles Baudelaire (1821-1867)
« Journaux intimes »
CVI
« …Tous les imbéciles…qui prononcent sans cesse le mot : immoral, immoralitè… me font penser à Louise Villedieu, putain…qui…une fois ….au Louvre…. se mit à rougir …et me demandait devant les statues et le tableaux (quadri) comment on pouvait étaler (mostrare) …de pareilles indécences… ».
Vai al link :Bibliothèque Nationale de France
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