Epidemia come Nemesi (II)

                                             Epidemia come Nemesi
II

“Nemesis” è l’ultimo libro pubblicato vivente l’Autore, Philip Roth (2010). Nel Primo capitolo dedicato all’argomento e che si può consultare al link:” Epidemia come Nemesi (1)” – Storia di un focolaio di polio (ilgrandeinquisitore.it), abbiamo descritto ciò che accadeva nel quartiere di Weequahic, città di Newark, Stato del New Jersey, nella terribile estate del 1944, funestata anche dalle notizie sulle morti sul fronte europeo dei soldati
del luogo, durante la IIGM.

Ragazzi con disabilità provocata dalla polio: carrozzine, grucce, deambulatori e altro

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Perché dunque l’epidemia sarebbe una nemesi?! L’Autore descrive i fatti attraverso la testimonianza del misterioso protagonista, Eugene “Bucky” Cantor, ventiduenne insegnante di educazione fisica, atleta giavellottista e sollevatore di pesi, esonerato dal servizio militare per un non meglio specificato disturbo della vista, ereditato dal padre.
Bucky, per uno sconcertante processo mentale, che viene svelato alla fine del libro, teme di essere “l’untore” della situazione, cioè il responsabile della  diffusione del virus sia nel campo sportivo in Weequahic ,  frequentato dagli adolescenti del luogo (ricordiamo che la polio colpiva prevalentemente giovani sotto i 25 anni di età!). E addirittura teme di aver esportato il morbo in un’amena località di montagna, le Pocono Mountains, in Pennsylvania,  dove egli si era recato in vacanza  con la propria fidanzata Marcia, figlia del dottor Sternberg.
Torneremo su ciò nella parte conclusiva.

Ragazzi con disabilità provocata dalla polio: carrozzine, grucce, deambulatori e altro

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I) Quarantena a Firenze nel 1348

  1. Boccaccio:”Decameron”;

    Introduzione alla I Giornata :

    Durante la peste del 1348 in Firenze, alcuni si diedero all’ascesi e all’autosegregazione; altri alla gozzoviglia; altri, infine, seguivano i riti scaramantici più strani, andandosene in giro, annusando erbe mediche, e ogni altro tipo di amuleti. Intanto, in Città la Legge era sospesa, perché tutti gli Scribi e gli Uomini della Legge erano o morti, o malati, o vivevano nel terrore di essere contagiati:

    “…E erano alcuni, li quali avvisavano che il viver moderatamente e il guardarsi da ogni superfluità avesse molto a così fatto accidente resistere; e fatta brigata, da ogni altro separati viveano, e in quelle case ricogliendosi e racchiudendosi, dove niuno infermo fosse e da viver meglio, dilicatissimi cibi e ottimi vini temperatissimamente usando e ogni lussuria fuggendo, senza lasciarsi parlare a alcuno o volere di fuori di morte o d’infermi alcuna novella sentire, con suoni e con quegli piaceri che aver poteano si dimovano. Altri, in contraria oppinion tratti, affermavano il bere assai e il godere e l’andar cantando attorno e sollazzando e il sodisfare d’ogni cosa all’appetito che si potesse e di ciò che avveniva ridersi e beffarsi esser medicina certissima a tanto male; e così come il dicevano mettevano in opera a lor potere, il giorno e la notte ora a quella taverna ora a quella altra andando, bevendo senza modo e senza misura, e molto più ciò per l’altrui case faccendo, solamente che cose vi sentissero che lor venissero a grado o in piacere E ciò potevan far di leggiere, per ciò che ciascun, quasi non più viver dovesse, aveva, sì come sé, le sue cose messe in abbando volgimento, come se veleno avesser preso, amenduni sopra li mal tirati stracci morti caddero in terra. Dalle quali cose e da assai altre a queste simiglianti o maggiori nacquero diverse paure e immaginazioni in quegli che rimanevano vivi, e tutti quasi a un fine tiravano assai crudele era di schifare e di fuggire gl’infermi e le lor cose; e così faccendo, si credeva ciascuno medesimo salute acquistare. E erano alcuni, li quali avvisavano che il viver moderatamente e il guardarsi da ogni superfluità avesse molto a così fatto accidente resistere; e fatta brigata, da ogni altro separati viveano, e in quelle case ricogliendosi e racchiudendosi, dove niuno infermo fosse e da viver meglio, dilicatissimi cibi e ottimi vini temperatissimamente usando e ogni lussuria fuggendo, senza lasciarsi parlare a alcuno o volere di fuori di morte o d’infermi alcuna novella sentire, con suoni e con quegli piaceri che aver poteano si dimovano. Altri, in contraria oppinion tratti, affermavano il bere assai e il godere e l’andar cantando attorno e sollazzando e il sodisfare d’ogni cosa all’appetito che si potesse e di ciò che avveniva ridersi e beffarsi esser medicina certissima a tanto male; e così come il dicevano mettevano in opera a lor potere, il giorno e la notte ora a quella taverna ora a quella altra andando, bevendo senza modo e senza misura, e molto più ciò per l’altrui case faccendo, solamente che cose vi sentissero che lor venissero a grado o in piacere E ciò potevan far di leggiere, per ciò che ciascun, quasi non più viver dovesse, aveva, sì come sé, le sue cose messe in abbandono; di che le più delle case erano divenute comuni, e così l’usava lo straniere, pure che ad esse s’avvenisse, come l’avrebbe il proprio signore usate; e con tutto questo proponimento bestiale sempre gl’infermi fuggivano a lor potere. E in tanta afflizione e miseria della nostra città era la reverenda autorità delle leggi, così divine come umane, quasi caduta e dissoluta tutta per li ministri e esecutori di quelle, li quali, sì come gli altri uomini, erano tutti o morti o infermi o sì di famigli rimasi stremi, che uficio alcuno non potean fare; per la qual cosa era a ciascun licito quanto a grado gli era d’adoperare. Molti altri servavano, tra questi due di sopra detti, una mezzana via, non strignendosi nelle vivande quanto i primi né nel bere e nell’altre dissoluzioni allargandosi quanto i secondi, ma a sofficienza secondo gli appetiti le cose usavano e senza rinchiudersi andavano a torno, portando nelle mani chi fiori, chi erbe odorifere e chi diverse maniere di spezierie, quelle al naso ponendosi spesso, estimando essere ottima cosa il cerebro con cotali odori confortare, con ciò fosse cosa che l’aere tutto paresse dal puzzo de’ morti corpi e delle infermità e delle medicine compreso e puzzolente. Alcuni erano di più crudel sentimento, come che per avventura più fosse sicuro, dicendo niuna altra medicina essere contro alle pestilenze migliore né così buona come il fuggir loro davanti; e da questo argomento mossi, non curando d’alcuna cosa se non di sé, assai e uomini e donne abbandonarono la propia città, le propie case, no; di che le più delle case erano divenute comuni, e così l’usava lo straniere, pure che ad esse s’avvenisse, come l’avrebbe il proprio signore usate; e con tutto questo proponimento bestiale sempre gl’infermi fuggivano a lor potere. E in tanta afflizione e miseria della nostra città era la reverenda autorità delle leggi, così divine come umane, quasi caduta e dissoluta tutta per li ministri e esecutori di quelle, li quali, sì come gli altri uomini, erano tutti o morti o infermi o sì di famigli rimasi stremi, che uficio alcuno non potean fare; per la qual cosa era a ciascun licito quanto a grado gli era d’adoperare. Molti altri servavano, tra questi due di sopra detti, una mezzana via, non strignendosi nelle vivande quanto i primi né nel bere e nell’altre dissoluzioni allargandosi quanto i secondi, ma a sofficienza secondo gli appetiti le cose usavano e senza rinchiudersi andavano a torno, portando nelle mani chi fiori, chi erbe odorifere e chi diverse maniere di spezierie, quelle al naso ponendosi spesso, estimando essere ottima cosa il cerebro con cotali odori confortare, con ciò fosse cosa che l’aere tutto paresse dal puzzo de’ morti corpi e delle infermità e delle medicine compreso e puzzolente. Alcuni erano di più crudel sentimento, come che per avventura più fosse sicuro, dicendo niuna altra medicina essere contro alle pestilenze migliore né così buona come il fuggir loro davanti; e da questo argomento mossi, non curando d’alcuna cosa se non di sé, assai e uomini e donne abbandonarono la propia città, le propie case, i lor luoghi e i lor parenti e le lor cose, e cercarono l’altrui o almeno il lor contado, quasi l’ira di Dio a punire le iniquità degli uomini con quella pestilenza non dove fossero procedesse, ma solamente a coloro opprimere li quali dentro alle mura della lor città si trovassero, commossa intendesse; o quasi avvisando niuna persona in quella dover rimanere e la sua ultima ora esser venuta. E come che questi così variamente oppinanti non morissero tutti, non per ciò tutti campavano: anzi, infermandone di ciascuna molti e in ogni luogo, avendo essi stessi, quando sani erano, essemplo dato a coloro che sani rimanevano, quasi abbandonati per tutto languieno.

    Peste a Bologna Anonimo 1630

    Peste a Bologna Anonimo 1630

    E lasciamo stare che l’uno cittadino l’altro schifasse e quasi niuno vicino avesse dell’altro cura e i parenti insieme rade volte o non mai si visitassero e di lontano: era con sì fatto spavento questa tribulazione entrata né petti degli uomini e delle donne, che l’un fratello l’altro abbandonava e il zio il nipote e la sorella il fratello e spesse volte la donna il suo marito; e (che maggior cosa è e quasi non credibile), li padri e le madri i figliuoli, quasi loro non fossero, di visitare e di servire schifavano. Per la qual cosa a coloro, de’ quali era la moltitudine inestimabile, e maschi e femine, che infermavano, niuno altro sussidio rimase che o la carità degli amici (e di questi fur pochi) o l’avarizia de’ serventi, li quali da grossi salari e sconvenevoli tratti servieno, quantunque per tutto ciò molti non fossero divenuti: e quelli cotanti erano uomini o femine di grosso ingegno, e i più di tali  i lor luoghi e i lor parenti e le lor cose, e cercarono l’altrui o almeno il lor contado, quasi l’ira di Dio a punire le iniquità degli uomini con quella pestilenza non dove fossero procedesse, ma solamente a coloro opprimere li quali dentro alle mura della lor città si trovassero, commossa intendesse; o quasi avvisando niuna persona in quella dover rimanere e la sua ultima ora esser venuta. E come che questi così variamente oppinanti non morissero tutti, non per ciò tutti campavano: anzi, infermandone di ciascuna molti e in ogni luogo, avendo essi stessi, quando sani erano, essemplo dato a coloro che sani rimanevano, quasi abbandonati per tutto languieno. E lasciamo stare che l’uno cittadino l’altro schifasse e quasi niuno vicino avesse dell’altro cura e i parenti insieme rade volte o non mai si visitassero e di lontano: era con sì fatto spavento questa tribulazione entrata né petti degli uomini e delle donne, che l’un fratello l’altro abbandonava e il zio il nipote e la sorella il fratello e spesse volte la donna il suo marito; e (che maggior cosa è e quasi non credibile), li padri e le madri i figliuoli, quasi loro non fossero, di visitare e di servire schifavano.

    Polio paralitica: bambina in carrozzina, assistita da un'infermiera

    Polio paralitica: bambina in carrozzina, assistita da un’infermiera

    Per la qual cosa a coloro, de’ quali era la moltitudine inestimabile, e maschi e femine, che infermavano, niuno altro sussidio rimase che o la carità degli amici (e di questi fur pochi) o l’avarizia de’ serventi, li quali da grossi salari e sconvenevoli tratti servieno, quantunque per tutto ciò molti non fossero divenuti: e quelli cotanti erano uomini o femine di grosso ingegno, e i più di tali  servigi non usati, li qual niuna altra cosa servieno che di porgere alcune cose dagl’infermi addomandate o di riguardare quando morieno; e, servendo in tal servigio, sé molte volte col guadagno perdeano. E da questo essere abbandonati gli infermi da’ vicini, da’ parenti e dagli amici e avere scarsità di serventi, discorse uno uso quasi davanti mai non udito: che niuna, quantunque leggiadra o bella o gentil donna fosse, infermando, non curava d’avere a’ suoi servigi uomo, egli si fosse o giovane o altro, e a lui senza alcuna vergogna ogni parte del corpo aprire non altrimenti che a una femina avrebbe fatto, solo che la necessità della sua infermità il richiedesse; il che, in quelle che ne guerirono, fu forse di minore onestà, nel tempo che succedette, cagione. E oltre a questo ne seguio la morte di molti che per avventura, se stati fossero atati, campati sarieno; di che, tra per lo difetto degli opportuni servigi, li quali gl’infermi aver non poteano, e per la forza della pestilenza, era tanta nella città la moltitudine che di dì e di notte morieno, che uno stupore era a udir dire, non che a riguardarlo. Per che, quasi di necessità, cose contrarie a’ primi costumi de’ cittadini nacquero tra quali rimanean vivi. Era usanza (sì come ancora oggi veggiamo usare) che le donne parenti e vicine nella casa del morto si ragunavano e quivi con quelle che più gli appartenevano piagnevano; e d’altra parte dinanzi alla casa del morto co’ suoi prossimi si ragunavano i suoi vicini e altri cittadini assai, e secondo la qualità del morto vi veniva il chericato; ed egli sopra gli omeri sé suoi pari, con funeral pompa servigi non usati, li qual niuna altra cosa servieno che di porgere alcune cose dagl’infermi addomandate o di riguardare quando morieno; e, servendo in tal servigio, sé molte volte col guadagno perdeano… “ .

       Per riassumere, secondo la testimonianza di Giovanni Boccaccio, durante la peste in Firenze, tra coloro che sopravvivevano al morbo,  alcuni si ponevano in auto-quarantena “epicurea”, cioè ricca di piaceri; altri, in auto-quarantena ascetica; altri, in auto-quarantena scaramantica, cioè annusando erbe medicinali, o altri oggetti ritenuti uno scudo contro la peste.

    _Pocono_Mountains - Indian Hill - Pennsylvania

    _Pocono_Mountains – Indian Hill – Pennsylvania

  1. II) Bucky in vacanza a Pocono Mountains

    „ …News from my grandmother. Seventy-nine new cases in Newark overnight. Thirty new cases at Weequahic. Three new cases at the playground. Two hospitalized and one dead. Ronnie Graubard. A quick, bright little fellow, full of spark, and he’s dead.“…
    „ Isn’t the time for them to close the playground?“ she asked.
    „ They have. They have closed it. They have closed all the playgrounds“
    „When?“
    „As of tomorrow. The Mayor’s shutting them down…“. (195-196) .

    (-“Notizie da mia nonna: settantanove casi a Newark in un giorno; trenta a Weequahic; tre al campo sportivo. Due in ospedale. Un decesso, Ronnie Graubard: piccolo, scattante, pieno di energia, ed è morto”…
    -“Perché non si decidono a chiudere il campo sportivo?”, lei domandò.
    -“Hanno deciso di chiudere tutti i campi sportivi”
    -“Quando?”
    -“Da domani li chiuderanno tutti…”)

    Pocono Mountains- Laghetto

    Pocono Mountains- Laghetto

    „But, in the morning, with Donald so feeble he couldn’t get up from the bed to brush his teeth, Bucky again put his hand to the boy’s forehead and said,“I’m taking you tot he infirmary.“
    „It’s the flu,“Donald said.“Diving in the cold.“ He tried to smile.“Can’t say I wasn’t warned.“
    „Probably the cold did do it. But you are still running a temperature and you should be in the infirmary. Are you in pain? Does anything hurt?“
    „My head.“
    „Severe?“
    „Kind of.“…But when he (Donald) went to stand, he was unable to,and, startled, he fell backward onto the bed.
    „My leg,“ he said.
    „Which leg? Both legs?“
    „My right leg. It’s like it’s dead.“…
    „We’re going to get you tot he hospital.“
    „Why can’t I walk?“, Donald’s voice was suddendly quavering with fear.“Why can’t I use my leg?“ (219-221)

    (Il mattino dopo, con Donald così debole da non essere in grado di reggersi in piedi per andare a lavarsi i denti, ancora una volta Bucky sentì la fronte di Donald e disse:” Ti porto all’Infermeria”
    È influenza” disse Donald
    “perché mi sono tuffato nell’acqua fredda”. Cercò di sorridere:”Non posso neanche dire di non essere stato avvisato”
    “Probabilmente l’acqua fredda ha causato ciò, ma hai ancora la febbre e dovresti essere già all’infermeria: ”Hai male o fastidio da qualche parte?”
    “Alla testa”
    “Forte?”
    “Piuttosto forte”…Quando (Donald) cercò di mettersi in piedi, non ci riuscì. Barcollò e ricadde pesantemente sul letto”
    “La mia gamba”, disse
    “Quale? Tutte e due?”
    “La destra: non la sento più”
    “TI portiamo all’ospedale”
    “Perché non riesco a camminare?” La voce di Donald cominciò ad essere sopraffatta dal terrore: ”Perché non riesco a usare le mie gambe?” ).

     Great_Wolf_Lodge_Pocono_Mountains,_Pennsylvania

    Great_Wolf_Lodge_Pocono_Mountains,_Pennsylvania


    Siamo sempre nell’estate del 1944: la nonna informa Bucky sui casi di polio a Newark- con l’elenco dei morti e dei ricoverati- lo stesso protagonista è testimone del primo caso di polio, occorso a Donald Kaplow, nella amena località di Indian Hill, alle Pocono Mountains. Nella Terza e Ultima parte riveleremo la grande confessione-un vero e proprio “Auto da Fé” contro se stesso- del protagonista Eugene “Bucky”.

 

                                                                           Fine della Seconda Parte



Reparto con malati di polio

Reparto con malati di polio

Continua

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