Platone! (3)
Terzo Capitolo dedicato a Platone. Per il Secondo, si può andare al link (http://www.ilgrandeinquisitore.it/2019/09/platone-2/), e da quello, risalire anche al primo capitolo.
Gorgia
Personaggi: Cherefonte nel Dialogo, non ha alcuna rilevanza, e si limita ad alcune battute introduttive, che gli vengono-tra l’altro-suggerite da Socrate; Socrate i tre Sofisti: Gorgia il più navigato e abile, dei tre, e verso il quale Socrate mostra rispetto; Polo l’alter ego di Gorgia; e Callicle il più animoso, e sprovveduto.
Sono riferite presenti altre persone, che tuttavia non interloquiscono mai, e dunque sono solo spettatori
Luogo-Atene: (Socrate non lasciò mai Atene!) – (probabilmente) la casa di Callicle.
Qui presentiamo alcuni punti importanti della lunga discussione (διάλογος) di questa straordinaria opera di Platone.
I) Primo Brano
Cherefonte: Ora, dopo aver stabilito di quale arte sia esperto, con quale nome dovremmo propriamente chiamarlo?
Polo: Cherefonte, ci sono molte arti fra gli uomini trovate in seguito a esperienze e per via di esperienza. L’esperienza, infatti, porta avanti la nostra vita conforme ad arte, l’inesperienza, invece, la porta avanti a caso. Di tutte queste arti, poi, si attinge chi all’una e chi all’altra, chi in un modo e chi nell’altro, e i migliori attingono alle arti migliori. Di costoro, appunto, fa parte anche il nostro Gorgia, e attinge alla più bella delle arti. (447D);
II) Secondo Brano
-Socrate: Hai ragione. Via, allora, rispondimi in questo modo anche a proposito della retorica: di che cosa essa è conoscenza?
-Gorgia: Dei discorsi.
S: Di quali discorsi, O Gorgia? Forse dei discorsi che mostrano ai malati come, sottoponendosi a una certa cura, potrebbero guarire?
G: No!
S: Allora, non di tutti i discorsi si occupa la retorica.
G: No di certo!
S: Però rende capaci di parlare.
G: Sì.
S: E su quelle cose di cui rende capaci di parlare, rende forse anche capaci di pensare?
G: E come no?
S: E quell’arte di cui si diceva poco fa, vale a dire la medicina, rende allora capaci di parlare e di pensare sui malati?
G: Necessariamente. (449E-450A);
III) Terzo Brano
Socrate …Gorgia…dicci che cos’è ciò che tu sostieni essere il bene massimo per gli uomini, e di cui tu dici di essere il dispensatore
Gorgia Quello…che veramente è il bene più grande e che rende liberi gli uomini che ne sono in possesso, e che-ad un tempo-dà a ciascuno la capacità di dominare sugli altri nella propria Città…È l’essere capaci di persuadere con i discorsi i giudici nei Tribunali, i consiglierei nel Consiglio, i membri della assemblea nell’Assemblea, e così in ogni altra riunione che si tenga tra i cittadini. Con questo, potrai fare tuo schiavo il medico, e tuo schiavo il maestro di ginnastica…;
Socrate:…chiunque insegni una qualsivoglia cosa, persuade circa la cosa che insegna, oppure no? (451D;452E; 453D);
IV) Quarto Brano
1) Socrate: la retorica …è produttrice di quel tipo di persuasione che fa credere, e non di quel tipo di persuasione atta ad insegnare intorno al giusto e all’ingiusto (454E-455A);
2) Socrate …E non è forse la condizione del retore e della retorica nei confronti delle altre arti? Non occorre che sappia come stiano le cose in sé, ma basta che trovi qualche espediente nel persuadere, in maniera da sembrare, a quelli che non sanno, più sapiente di coloro che sanno (459B-C);
3) Socrate (a Polo):…se tu fai un lungo discorso, e ti rifiuti di rispondere a quello che ti si domanda, non toccherebbe anche a me un grosso torto, se non mi fosse permesso di andarmene via e di non ascoltarti? (461E-462A) ;
4) Socrate (a Polo):… Ma capirai bene la mia risposta? Secondo il mio ragionamento, la retorica è una mera immagine della politica (463D);
5) Socrate : …se fosse necessario scegliere, se fare o ricevere ingiustizia, sceglierei ricevere ingiustizia, che farla (469C);
V) Quinto Brano
1) Callicle ( a Socrate): ma te lo dico già da un pezzo! In primo luogo, per <più potenti> io non intendo né i calzolai, né i cuochi, ma coloro che sono intelligenti negli affari che riguardano la Città, cioè coloro che meglio sanno in quale modo possa essere bene amministrata, e che, anzi, non solo sono intelligenti in materia, ma sono anche coraggiosi, cioè capaci di realizzare ciò che pensano, e che non desistono per debolezza d’animo (490A-B);
2) Socrate: …E io non mi meraviglierei se Euripide affermasse il vero là dove dice: “Chi può sapere se il vivere non sia morire, e se il morire non sia vivere?”. Anche noi, in realtà, forse siamo morti (492E)
3) Socrate (a Callicle): Ebbene, che cos’è la retorica che si rivolge al popolo ateniese e agli altri popoli degli uomini liberi delle altre Città? Ti pare che i retori parlino sempre avendo come fine il bene supremo e proponendosi di far diventare i cittadini quanto migliori possibile, con i loro discorsi? Oppure, ti pare che, anche costoro, tendano a fare cosa gradita ai cittadini, e che, trascurando il pubblico interesse per il proprio interesse privato, trattino i popoli come fanciulli, cercando di far solamente loro piacere, senza curarsi che, con i loro discorsi, diventeranno migliori o peggiori? (502D-E);
4) Socrate: I sapienti dicono, o Callicle, che cielo, terra, dei e uomini sono tenuti insieme dalla comunanza, dall’amicizia, dalla temperanza e dalla giustizia. Ed è proprio per tale ragione, amico mio, che essi ciamano questo intero universo <cosmo> (κόσμος=kòsmos: ordine; ornamento, da cui anche cosmetico!), ordine, e non, invece, disordine, o dissoluzione (507E-508A);
5) Socrate (a Callicle): Serviamoci, dunque, come guida, del ragionamento, che ora a noi si è rivelato come vero. Questo ragionamento ci dice che il modo migliore di vivere e di morire è di esercitare la giustizia e ogni altra virtù. Seguiamo dunque questo tipo di vita ed esortiamo tutti gli altri a seguirla, e non già quella in cui tu hai fiducia, e alla quale tu mi inviti: perché-Callicle-essa non ha alcun valore (527E).
Conclusione: Sofisti (qui: Gorgia, Polo e Callicle) affermano di riuscire a convincere tutti coloro che li ascoltano. Socrate vuole sapere in che modo essi ottengano questo risultato, ed essi rispondono che il loro metodo è la “Retorica”,I Sofisti erano “esperti a contratto”, che-previo pagamento- fornivano consigli ai Governanti delle Città (πόλεις) della Comunità Greca del tempo, comunità che comprendeva, oltre all’attuale Arcipelago delle Isole e Penisole Greche, gran parte dell’Italia Meridionale (Magna Grecia) con capitale Taranto; e territori dell’attuale Asia Minore. Nasce un confronto dialettico acceso e scoppiettante, tra Socrate (S)e Gorgia (G), a cui chiedono di subentrare, prima Polo (P), e infine il discepolo più acceso, cioè Callicle (C) . S dimostra che il Medico convince il malato a sopportare il male di un’incisione, in cambio del bene della guarigione. Dunque, la convinzione deve avvenire nell’ambito di un’arte (la Medicina, in questo caso). Il metodo di Gorgia, e dei Sofisti in genere, non richiedendo alcun “corpus doctrinae” a cui far riferimento, diventa una strumentalizzazione della “Credulità degli Incompetenti).
Fine Terzo Capitolo