Tacito è con noi (16)
Continuano gli articoli sulle opere di Tacito. Qui si parla degli eccessi di Nerone (Annales, XV:37). Viene descritto, tra le altre cose, anche una solenne cerimonia nuziale, durante la quale Nerone sposa un certo Pitagora, un uomo di facili costumi della Roma imperiale del I secolo d.C. Per gli articoli precedenti, devi andare dal link ( http://www.ilgrandeinquisitore.it/2018/06/tacito-e-con-noi-15/), e poi andare a ritroso.
[37] Ipse quo fidem adquireret nihil usquam perinde laetum sibi, publicis locis struere convivia totaque urbe quasi domo uti. et celeberrimae luxu famaque epulae fuere, quas a Tigellino paratas ut exemplum referam, ne saepius eadem prodigentia narranda sit. igitur in stagno Agrippae fabricatus est ratem, cui superpositum convivium navium aliarum tractu moveretur. naves auro et ebore distinctae; remigesqe exoleti per aetates et scientiam libidinum componebantur. volucres et feras diversis et terris at animalia maris Oceano abusque petiverat. crepidinibus stagni lupanaria adstabant inlustribus feminis completa, et contra scorta visebantur nudis corporibus. iam gestus motusque obsceni; et postquam tenebrae incedebant, quantum iuxta nemoris et circiumiecta tecta consonare cantu et luminibus clarescere. ipse per licita atque inlicita foedatus nihil flagitii reliquerat, quo corruptior ageret, nisi paucos post dies uni ex illo contaminatorum grege (nomen Pythagorae fuit) in modum solemnium coniugiorum denupsisset. inditum imperatori flammeum, missi auspices; dos et genialis torus et faces nuptiales, cuncta denique spectata, quae etiam in femina nox operit.
Egli, per confermare che nessun altro luogo gli fosse altrettanto gradito, si faceva preparare i conviti in pubblico, e usava la Città come se fosse la propria casa. Il banchetto più celebre per lusso e fama fu quello preparato da Tigellino, e che riporto come esempio, per non dovermi ripetere sugli stessi eccessi. Sul lago di Agrippa, (Nerone) fece costruire uno zatterone, e fece collocare su di esso il necessario per un convito, in modo che fosse trainato da altre imbarcazioni, che erano tempestate di oro ed avorio. I rematori erano degli amasii (http://www.treccani.it/vocabolario/amasio/), scelti secondo l’età e la raffinatezza delle perversioni. Da terre remote, e fin dall’Oceano, aveva fatto arrivare uccelli, bestie selvatiche ed animali marini. Sulle rive del lago sorgevano lupanari piene di donne d’alto rango, e di fronte si mostravano prostitute ignude. All’inizio, vi furono gesti ed atti osceni. Poi, con l’avanzare della notte, tutti i boschi intorno risonavano di canti e risplendevano di luci. Egli stesso (Nerone) si era abbandonato ad ogni piacere, lecito ed illecito, e si sarebbe pensato che nessuna perversione fosse rimasta, a renderne più turpe la vita. Invece, pochi giorni dopo, egli non fosse convolato a nozze con uno di quegli uomini corrotti, il cui nome era Pitagora, col quale si unì in una solenne cerimonia nuziale. L’Imperatore indossava il flammeo. Furono convocati i testimoni delle nozze; la dote, il talamo, le fedi nuziali. Insomma, fu offerto a spettacolo tutto ciò che la notte copre con un velo, anche quando si tratta di una donna.
Fine Sedicesima Parte
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