Alberto e Sandrino si ritrovano a Milano. Il primo è un avvocato che esercita e vive a Roma; il secondo è un imprenditore edile, che è rimasto a Milano.
Sono due amici che si erano persi di vista per i diversi impegni professionali, e che hanno voglia di rivedere anche gli altri componenti del gruppo, per <La rimpatriata>. E’ il titolo del film!
Gli altri amici che <rimpatriano> sono : Cesarino, che fa il gestore – il proprietario è lo zio acquisito – di una piccola sala cinematografica di periferia; Nino, chirurgo, sposato per interesse a una donna più anziana di lui; e Livio, figlio ancora celibe di un industriale: uno che oggi chiameremmo un <bamboccione>.
Cesarino era l’animatore del gruppo, e a lui ancora si affidano i tre amiconi, per la rimpatriata. Qual è il primo compito di Cesarino? Trovare donne di compagnia, per la serata! Detto, fatto! Cesarino è ancora operativo!
Cesarino, che ai tempi era l’animatore del gruppo, e che non ha avuto successo nella vita, tuttavia non ha perso la propria verve di animatore.
La serata va avanti fra telefonate, scherzi, corse in macchina e incontri di personaggi bizzarri, finché Cesarino non decide di rintracciare un’altra componente del gruppo, diventata nel frattempo una prostituta da marciapiede. Cesarino si sente in colpa, perché aveva lasciato Lara con una menzogna piuttosto indecente, cioè le aveva confessato di essere diventato impotente, – cosa non vera – alterca con due suoi clienti, che nel frattempo l’avevano caricata su un camion, e viene pestato a sangue.
Cesarino viene soccorso dai suoi amici, poco lesti (!) a intervenie in suo aiuto, e si allontana malinconicamente dal gruppo. Gli amici (?!) si ripromettono di rivedersi, ma è chiaro che nessuno vuole che ciò avvenga!
Scheda Tecnica
Titolo originale: La rimpatriata
Paese di produzione: Italia, Francia
Anno: 1963 Durata: 110 min Colore B/N ; Genere : commedia
Regia & Soggetto: Damiano Damiani
Sceneggiatura:Damiano Damiani, Ugo Liberatore
Produttore:22 dicembre, Galatea Roma
Produttore esecutivo:Bianca Lattuada (direttore di produzione)
Fotografia:Alessandro D’Eva
Montaggio:Giuseppe Vari
Musiche:Roberto Nicolosi
Scenografia:Mauro Bertinotti
Interpreti e personaggi
Walter Chiari – Cesarino
Riccardo Garrone – Sandrino
Francisco Rabal – Alberto
Dominique Boschero – Tina (la triste)
Mino Guerrini – Nino
Mimma Di Terlizzi – Maria
Gastone Moschin – Toro
Enzo De Toma: Dinelli
Letícia Román – Carla
Paul Guers – Livio
Cesare Barilli – Pino, proprietario del bar
Teresa Frada – La bionda di Belluno
Livia Contardi – Giulia, moglie di Cesarino
Jacqueline Pierreux : Lara
Delia Bartolucci , Gaetano Fusari, Misa Pesaro, Franco Moraldi, Mariam Omar Samanta, Olivo Mondin, Marilena Possenti, Leonardo Satta, Giuseppe Setti, Arnaldo Lucchini, Delia Bartolucci
Doppiatori italiani
Giancarlo Maestri : Francisco Rabal
Roberto Villa : Riccardo Garrone
Antonio Guidi : Paul Guers
Ettore Conti : Mino Guerrini
Si può vedere una parte molto lunga del film La rimpatriata (circa 20 minuti) su YouTube.
Il film, nella scheda tecnica è chiamato una commedia, ma non lo è, perché è molto triste, se non tragico.
Vediamo perché. Il tema della rimpatriata è piuttosto frequente nel cinema, e lo è diventato sempre di più, molti anni dopo quest’opera di Damiano Damiani, che è del 1963. Al riguardo, basti pensare a “Il grande freddo” (The Big Chill) del 1983, diretto da Lawrence Kasdan, che potete vedere qui in streaming , e a tutti i film, che dopo il successo planetario del film di Kasdam, sono stati dedicati alle rimpatriate, o <reunions> come si dice in inglese, con un tema simile. –
Qual è, dunque, la trama del film di Damiani? Quattro amici sulla quarantina, che si sono ritrovati, vogliono passare una sera insieme, per rievocare i “tempi belli ‘e ‘na vota”, come si dice a Napoli. Ma ciò che fanno i quattro è tutto tranne che voler ri-stare insieme! Perché? Perché essi cercano subito compagnia femminile, e sfruttano la verve un po’ cialtrona di Cesarino/Walter Chiari. Cercare donne di sera, in inverno, in una grande città del Nord, e precisamente a Milano, non è una idea intelligente, e i fatti raccontati nel film dimostrano che l’idea non lo è affatto; – I nostri eroi, inoltre, sono alquanto misogini, perché l’idea che hanno della donna è la seguente: – è una rompiscatole – se trattasi della moglie; – o una cretina sgallettata, se trattasi delle donne da rimorchiare!
Da queste premesse può derivare solo una situazione piena di tristezza, di mal di vivere, e di equivoci, ciò che capita puntualmente ai nostri eroi. Facciamo un esempio: Alberto – un Francisco Rabal piuttosto cinquantenne che sulla soglia dei 40 – è avvocato e vive, sposato, a Roma: nel cinema gestito da Cesarino, incontra Carla ( una brava Letícia Román) una studentessa diciannovenne, appassionata di cinema giapponese e di… uomini maturi. I due insieme passano, a letto, la sera, lontani dagli amici – ma che rimpatriata è? – e Alberto che ti fa? Diventa petulante con Carla, dicendole che vuole rivederla e che vuole lasciare la famiglia e bla bla. Insomma, il tipico birignao dell’uomo maturo che, messe le mani su una fanciulla in fiore, non vuole lasciarla, mentre la fanciulla ovviamente non vede l’ora di sganciarsi! Più che una situazione da commedia, o da commedia triste, è una situazione patetica! Tant’è: i nostri eroi sfidano tutto, anche il ridicolo; – Veniamo a Cesarino: Walter, ce è credibile e magnifico nella parte del chiacchierone cialtrone e strampalato! Di fronte ai propri amici, tutti professionisti economicamente molto solidi, continua a recitare la parte dello sprovveduto procacciatore di donne, come fosse ancora al liceo! Inoltre,Cesarino vive con la moglie e una cognata con handicap psichico, ma convive anche, in un triangolo poligamico, cioè sotto lo stesso tetto, con l’ – o una delle – amante/i! Più triste di così!
– Lara (la bellissima attrice francese Jacqueline Perrieux) è stata lasciata da Cesarino, con cui era fidanzata, con il pretesto della di lui impotenza, pretesto che il Nostro confessa di aver utilizzato altre volte, per lasciare altre fidanzate! Dopo, per la delusione amorosa (?) (nel film però non è detto “post hoc, ergo propter hoc”) , Lara comincia a fare la prostituta per camionisti. Cesarino che ti fa? Vuole – già convivendo con due donne ! – <che Lara torni> con lui! Quale donna, anche la più sciroccata, accetterebbe una proposta così bislacca di redenzione? E, infatti, Lara (o Larone, come poco simpaticamente la chiamano i nostri eroi) si guarda bene dall’accettare e …rifiuta! – Gli amici, a un certo punto, cominciano ad auto commiserarsi, cosa nefasta e patetica per una persona adulta, quarantenne, e professionista! A commeto della petulanza dei nostri eroi, mi viene in mente la frase di Epicuro: “Niente basta a colui per il quale è poco ciò che basta”
– Quali sono i punti validi del film?
1) Oltre alla magnifica interpretazione di Walter Chiari, di cui al seguito, segnaliamo lo splendido cameo di Gastone Moschin, nella parte di “Toro”, un camionista rozzo e ubriacone che, imbattutosi con l’allegra brigata nel bar di Pino (Cesare Barilli), comincia ad altercare con Nino (Mino Guerrini), che lo aveva deriso, chiamandolo: <ciucco>! Per ottenere la cessazione delle ostilità, a Toro gli amiconi offrono la compagna riparatrice della procace e maggiorata <Bionda di Belluno> (alias la brava e bella Teresa Frada).
2) L’interpretazione strepitosa di Walter Chiari che disegna in maniera indimenticabile la figura di un guitto amorale e chiacchierone. Egli è, o si sente così solo, che accetta di giocare la parte del buffone, pur di compiacere degli amici, che non sono veri amici, e che non sono neanche persone perbene!
3) La rievocazione in un magico bianco e nero (la fotografia è dell’ottimo Alessandro D’Eva) della Milano frenetica degli anni 50-60, con la periferia proletaria delle osterie e dei balordi baùscia (vedi link Treccani: http://www.treccani.it/vocabolario/bauscia/)
4) Meravigliosa la canzone che apre il film, “La rosa bianca” scritta dal poeta cubano José Martì ; musicata da Luis Bacalov , e cantata da Sergio Endrigo )Per Sergio Endrigo, vedi anche la Treccani e il sito ufficiale dedicato a lui: http://www.sergioendrigo.it/)