Giorgio De Chirico (Volos-Grecia, 1888 – Roma, 1978) arrivò a Ferrara nel 1915 in quanto esentato, per problemi di salute, dal servizio militare attivo. L’Italia era appena entrata nella Grande Guerra, a fianco della Triplice Intesa (Gran Bretagna, Francia, e Russia.
De Chirico ebbe molto tempo libero nei tre anni e mezzo che passò nella città estense, e impiegò questo tempo girando per strade, vie, piazze e monumenti. Oltre a gironzolare per la città, conobbe Carlo Carrà, che si trovava a Ferrara, per le stesse ragioni.
De Chirico rimase folgorato dalla bellezza enigmatica e struggente della città, dalle sue magiche strade :via Ercole D’Este è ancora oggi considerata una delle più belle del mondo! Le piazze, silenziose e solenni, colpirono il cuore e il cervello del Nostro, e furono lo stimolo per la nascita della <Pittura Metafisica>, caratterizzata da opere, con atmosfere enigmatiche e sospese.
Il termine è di ambito filosofico. Per il significato della parola <Metafisica>
in Filosofia Teoretica, rimandiamo Dizionario di Filosofia della Treccani, che si può consultare cliccando sulla parola <Metafisica>.
Così Ardengo Soffici così definì le opere <metafisiche> di De Chirico:
“La pittura di De Chirico non è pittura, nel senso che si dà oggi a questa parola. Si potrebbe definire una scrittura di sogni. Per mezzo di fughe quasi infinite d’archi e di facciate, di grandi linee dirette; di masse immani di colori semplici, di chiari e di scuri quasi funerei, egli arriva ad esprimere, infatti, quel senso di vastità, di solitudine, d’immobilità, di stasi che producono talvolta alcuni spettacoli riflessi allo stato di ricordo nella nostra anima quasi addormentata …”.
Durante il periodo ferrarese, De Chirico realizzò alcuni tra i suoi capolavori assoluti: “ Il trovatore”; “Ettore e Andromaca”; “Le muse inquietanti”. Anche se aveva, già nel periodo fiorentino, dipinto quadri di stile metafisico, fu nella città estense che De Chirico coniò l’espressione <pittura metafisica>, a cui aderirono altri, e altrettanto illustri, pittori: Carlo Carrà, Filippo De Pisis, Giorgio Morandi, coevi di De Chirico; e in seguito, tra i maggiori, René Magritte (belga), e Salvador Dalì (spagnolo).
Tutti i pittori citati, con l’aggiunta di Raoul Hausmann, George Grosz, e Max Ernst, sono presenti nella bella mostra intitolata “Metafisica e Avanguardie” che si tiene a Palazzo dei Diamanti fino al 28 febbraio 2016.