John Malof, ventitreenne agente immobiliare di New York, si imbatte per caso in una cassa contenente dei negativi fotografici (alcune migliaia) che compra da un rigattiere, per la somma di 308 $. Siamo nel 2007. Malof comincia a vedere i negativi, li scannerizza e li pubblica sul proprio Blog . Le fotografie sono molto belle, e sembrano opera di un fotografo di livello.
Il giovane Malof pensa addirittura a qualcuno del livello di Henri Cartier Bresson!
Ma di chi sono codeste fotografie? Di una certa Vivian Maier, bambinaia di professione, e fotografa per diletto. John chiede aiuto a Charlie Siskel per condurre le ricerche su Vivian Dorothea Maier (1926-2009) .
Per la biografia della Maier, vedi il link seguente: https://en.wikipedia.org/wiki/Vivian_Maier.
In seguito, Malof trova altre 700 pellicole in un magazzino, e ancora 2000 negativi a colori. Proprio quell’anno, il 2007, Vivian cade sul ghiaccio, e non si riprende più dalle conseguenze della caduta. Muore in ospedale due anni dopo, nel 2009, non avendo mai venduto, né pubblicato, in vita, alcuna delle proprie fotografie.
Vivian fu una persona molto riservata, solitaria, nubile, scevra dal sesso e dai rapporti sentimentali; con una storia famigliare non felice. Oltre a scattare foto (in vita ne scattò più di 150.000!), la nostra Maier fu una collezionista compulsiva: giornali, nastri di interviste con alcuni soggetti delle foto, oggetti vari.
Malof si decide a pubblicare tutto ciò in cui viene imbattendosi, quando capisce che Vivian non ha distrutto il materiale prodotto, ma lo ha diligentemente archiviato, quasi per consegnarlo ai posteri.
Dite che ricorda la storia di Franz Kafka e di Josef Brod ? In effetti, qualche similitudine c’è, la più importante delle quali è che il nascondimento, in entrambi i casi (ma potremmo citarne altri, a cominciare da quello di Emily Dickinson), dunque il nascondimento di Vivian Maier, come quello di Kafka, appare causato da un atteggiamento di ribellione, contro il mondo, sordo al talento, coltivato nella sofferenza e nella solitudine Che fa, a quel punto, il nostro John) ? John diventa fotografo, da agente immobiliare che era, quasi a continuare la professione di Vivian Dorothea Maier.
Al di là del suo lavoro, la sola biografia di Vivian avrebbe meritato un film, anche se la sua vita fu reclusiva e misteriosa, quasi come quella di Emily Dickinson. Ella lavorò sempre come bambinaia, accudendo figli di famiglie ricche. Era di origini francesi, per parte materna, e il Paese di origine compare molto anche nelle sue foto. Tutti coloro che la incontrarono a New York, Chicago e in California, dove soggiornò, dissero di lei che aveva i tratti e l’accento di una Francese, cosa vera, come abbiamo detto.
Alcuni dettagli tecnici: la fotografa usò, fino alla fine degli anni ’70, la Rolleiflex, con la visione orizzontale dell’obiettivo, per tutte le foto in bianco e nero. Dopo tale periodo, cominciò ad usare la Ektachrome film, per le foto a colori.
Qui di seguito, forniamo le notizie su Vivian Maier:
1) Il sito ufficiale dedicato a Vivian Maier si trova al seguente link: http://www.vivianmaier.com/
2) Esiste un profilo Facebook dedicato a Vivian Maier, profilo cui si può accedere dal link seguente: https://www.facebook.com/photographervivianmaier
3) Il film “Finding Vivian Maier” (< Alla ricerca di Vivian Maier>) narra la storia della fotografa. Vai ai link seguenti :
A) http://www.vivianmaier.com/
B) ) http://www.vivianmaier.com/film-finding-vivian-maier/