“ Lo scapolo” è un film del 1955, diretto da Antonio Pietrangeli, e interpretato, nel ruolo eponimo del protagonista, da uno smagliante Alberto Sordi.
Paolo Anselmi , originario di Ronciglione (VT), è, un ragioniere che vive e lavora a Roma. Si fa però chiamare < dottore>, ma la prima a sgamare la patetica truffa è la proprietaria della pensione “California “(!), dove l’Anselmi ha affittato una stanza, e cioè la scafatissima e nubilissima Carla Alberini (l’attrice Madeleine Fischer).
Anselmi è un impiegato che gestisce con il socio Armando (Fernando Fernàn Gòmez) una piccola attività commerciale. All’epoca della storia raccontata, l’Anselmi ha 36 anni, ha la madre e una sorella che vivono ne paese natale di Ronciglione; è scapolo, e vuole restare tale.
Perché vuole restare scapolo? Egli dice : per affermare la propria libertà, in quanto il nostro Anselmi vede nel matrimonio una gabbia oppressiva. Il nostro eroe, tuttavia, ama le donne, le sogna in continuazione e le desidera. Come fare, dunque?
Il nostro scapolo crede di avere avventure galanti con le donne, e pretende che le suddette non avanzino alcuna pretesa di reciprocità affettiva e…matrimoniale. Quali sono le conquiste del nostro eroe?
– La giornalaia ( una procace e desiderabilissima Rossana Podestà);
– Anna la stiratrice (Anna Bottin), che è però alquanto becera;
– la segretaria (Lilli Greco), che viene inopinatamente mollata, perché ha una madre invecchiata …male (!);
– Gabriella (Sandra Milo), hostess che contraccambia con precisi progetti matrimoniali, e dalla quale il prode Anselmi si defila in maniera imbarazzante e vile. Poi ci sono molti altri incontri femminili tutti più o meno occasionali, e tutti fuggevoli. Insomma, il nostro eroe è sempre alla ricerca, nello stesso tempo, di una donna e di un pretesto per lasciarla! Roba da sindrome ossessivo-compulsiva, ad essere misericordiosi.
Come va a finire questa storia di un uomo piccolo e pavido? Che il pavido finirà per impalmare, <malgré lui> direbbero i Francesi, che di donne se ne intendono, dunque alla fine il prode Anselmi sposerà Georgia ( l’attrice spagnola Maruja Asquerino) , una volitiva commerciante di elettrodomestici, che <Paolo il pavido> deve incontrare spesso, per ragioni di lavoro.
– Scheda tecnica del film :
Soggetto e Regia : Antonio Pietrangeli
Sceneggiatura: Antonio Pietrangeli; Ruggero Maccari; Alessandro Continenza;
Ettore Scola
Fotografia: Gianni Di Venanzo
Montaggio: Eraldo Da Roma
Musiche: Angelo Francesco Lavagnino, Orchestra Los Yavaloyas
Scenografia: Ugo Bloettler
Costumi: Giuliano Papi
– Interpreti e personaggi
Alberto Sordi: ragioniere Paolo Anselmi
Nino Manfredi: Peppino
Rossana Podestà: la giornalaia
Virna Lisi
Lilli Greco : la segretaria;
Francesco Mulè
Giovanni Cimara: Mario
Pina Bottin: Anna, la stiratrice
Madeleine Fischer: Carla Alberini
Abbe Lane: Se stessa
Andrea Scotti: Il sacerdote
Sandra Milo: Gabriella, la hostess
Paquita Rico: Maria
Attilio Martella: Fornari
Maruja Asquerino: Georgia
Alberto De Amicis: Antonio
Agnese De Angelis: Diana
Antonella De Luca: Vanda
Cesarina Faccio: Immacolata
Fernando Fernán Gómez: Armando
Isa Ferreiro: Lia
Xavier Cugat: Se stesso
Adriano Di Pasquale: Alberto
Angel Jordan: Mino
Fara Libassi: Clelia
Vittorio Mangano: Peppe
Attilio Martella: Fornari
Franca Mazzoni: Norma
Carla Onofrio: Isa
Eliana Padè: Sandra
Anna Maria Pancani:
Renato Terra
Elvira Tonelli
Film integrale “Lo scapolo” : http://www.dailymotion.com/video/x26ldqe_lo-scapolo-1955-alberto-sordi-e-nino-manfredi_shortfilms
Alberto Sordi non ha finora avuto il riconoscimento critico che avrebbe meritato. Solo di recente, il bravo Tatti Sanguinetti gli ha dedicato uno studio sistematico, nel libro “ Il cervello di Alberto”, libro dedicato all’attore romano e al principale sceneggiatore dei suoi film, Rodolfo Sonego. Del libro e di Sordi abbiamo parlato in un articolo precedente in questo Blog “ilGrandeInquisitore.it”, articolo a cui si rimanda con il link : http://www.ilgrandeinquisitore.it/wp-admin/post.php?post=2046&action=edit.
1) Nella filmografia di Sordi, troviamo titoli come “ Lo scapolo”, a cui è dedicato questo articolo; “Il marito”; “Il vedovo” ( http://www.ilgrandeinquisitore.it/wp-admin/post.php?post=2046&action=edit.) ; “Il seduttore”; “Il mafioso”; “Il vigile”. Tutti questi titoli rimandano a dei caratteri, degli archetipi sociali , e ti viene in mente l’associazione con Teofrasto (!) che scrisse un’opera magnifica proprio sui “Tipi, o Caratteri”
– ( Teofrasto : “Caratteri”, testo integrale in italiano: http://www.miti3000.it/mito/biblio/teofrasto/caratteri.htm#7).
2) Perché i film di Sordi sono ancora attuali? Perché l’analisi dei < caratteri> è acuta; la rappresentazione, mai ( o quasi mai) è macchiettistica. Merito di Sordi, che si dimostrava posseduto dal δαιμον (démone) della recitazione, e che perciò scavava a fondo nell’animo dei suoi personaggi;
3) Vediamo questo <Scapolo>: Anselmi ha una famiglia in provincia ( la magnifica città di Ronciglione, in provincia di Viterbo) costituita da una madre, che è una bonaria, opima, e ruvida casalinga rurale; e da una sorella, nubile, non attraente, e all’apparenza destinata a diventare ciò che nella profonda provincia italica era allora considerata la massima iattura: <zitella> , cioè < una donna che cerca marito, senza un marito che cerchi lei>. Dalla storia, si capisce che il prode Anselmi è orfano di padre, e si capisce anche che la figura paterna manca sia fisicamente che spiritualmente, perché nessuno della famiglia lo ricorda o lo nomina mai, nel corso della storia;
4) Il nostro Anselmi, condizionato da una madre ingombrante e autoritaria, si sente debole di fronte alle donne, e ne ha paura. Questa è la vera ragione per cui fugge continuamente: egli cerca e incontra una donna, e immediatamente vuole essere da lei rassicurato, coccolato, e blandito. Anselmi cerca di esorcizzare, attraverso le donne che incontra, e che pretende di non aver cercato, la paura castrante che ha della propria madre;
5) In alcuni momenti del film, il personaggio de “Lo scapolo” assume una dimensione addirittura tragica, nei momenti di massima confusione, quando il nostro eroe sembra, nello stesso tempo, volere e non volere una cosa. Insomma, in alcuni momenti, Paolo Anselmi esprime una personalità dissociata, cioè francamente psicotica. Alberto Sordi, che teme il tragico, dà allora al proprio personaggio una coloritura, una allure grottesca. E questa è una costante dello stile sordiano: per evitare il tragico che, come dice Aristotele, presenta personaggi migliori di quelli che incontri nel mondo reale, dunque per evitare il tragico, Sordi passa al grottesco, che una miscela di tragico e di comico;
6) Voi mi chiederete: perché Sordi rifugge dalla tragedia? Perché ritiene che la realtà sia così opaca, da non poter essere abbellita in alcun modo: “Ahò, che me metto un’estranea in casa?”, una delle sue frasi ricorrenti, che esprime la repulsione sordiana dal vincolo matrimoniale, non può essere pronunciata da un personaggio tragico, ma solo da uno buffo, o grottesco !
7) Torneremo a parlare di Alberto Sordi, e del suo cinema, in prossimi articoli su questo Blog “ilGrandeInquisitore.it”.
ho scaricato la locandina di “lo scapolo” non per me ma per roberto il barista del bar dove girarono le scene del film. un regalo che gli farò.grazie di cuore.
E’ molto interessante ciò che Lei mi comunica, che cioè farà avere la locandina del film a Roberto, del bar dove girarono alcune scene del film. Molti saluti a Lei e a Roberto, e Buon Anno a tutti e due!
Vito Patella