“Il vedovo” (II)

Nella prima parte di questo articolo (*) , che sarà in tre parti, abbiamo presentato un film italiano del 1959, “Il vedovo”,  con uno strepitoso Alberto Sordi (Alberto Nardi) , una grande Franca Valeri (Elvira Almiraghi), e un indimenticabile Livio Lorenzon (marchese Stucchi). Il film continua ad avere un grande successo di pubblico e, grazie a Tatti Sanguinetti, grande e simpatico esperto di cinema, anche la critica lo sta rivalutando.
(*)   http://www.ilgrandeinquisitore.it/wp-admin/post.php?post=2022&action=edit

Il vedovo II

Il vedovo II e la fidanzata Gioia (Leonora Ruffo)



Abbiamo già parlato del bel libro di Tatti Sanginetti “Il cervello di Alberto Sordi”, dedicato a Rodolfo Sonego, uno dei principali sceneggiatori dei film di Sordi.
Noi condividiamo il giudizio elogiativo di Sanguinetti e, con lui, pensiamo che il film sia un capolavoro, in cui l’attore romano ha raggiunto uno dei più alti della sua carriera. Qui di seguito, citiamo le parole di Sanguinetti, sull’argomento. .

Il vedovo e quella che sta per diventare davvero vedova

Il vedovo: Franca Valeri, la (non ancora vedova) di fronte al catafalco

  “…   I tre complici di Sordi nemmeno fingono di tastarsi le tasche, ma i debito con il bar, 23 mila lire, finisce per spingerli sulla via del delitto… Come dice Franca Valeri, Sordi era < insondabile>, e Sonego (e Risi) trasformano il mistero della sua arte, questa usa instabilità e imprevedibilità, facendola diventare la messa in scena di una nevrosi.
La nevrosi di un semi-impotente che parla parla , ma è un fallito che con le donne combina poco.  < Il vedovo>, sotto l’apparenza di un’opera dove Sordi è incontrollato sfrenato scatenato, ha un’architettura discretamente perfetta. A partire dalla prima scena: il sogno di un’indigestione di gamberetti. Il film infila una galleria di tic e di premonizioni – come la profezia iettatoria della fidanzata : < Io invece lo conosco profondamente e so che arriverà molto, molto in alto> . Finirà infatti sfracellato nella tromba dell’ascensore…

Il vedovo

Il vedovo e le opzioni organizzative per la “mesta cerimonia”


…Il film è una miniera di trovate e battute. Un gemma è il verbo <sfrecciare>: < Marchese, ma perché mi sfreccia via…?> , che tradisce l’inconscia tendenza al sorpasso di Sordi & Sonego…Io sono convinto che di Alberto Sordi si fosse ricordato, magari a livello inconsapevole, anche il principe del foro romano Nicola Madia, il difensore del killer Ghiani. Nella sua arringa conclusiva del 5 giugno 1961, dopo che Carnelutti aveva inutilmente fatto a pezzi le indagini istruttorie, l’avvocato si mise di fronte al ragioniere e guardandolo in faccia pronunciò un’arringa che è giustamente passata alla storia della giustizia italiana. Almeno quanto quella di De Sica nel processo a Gina Frine Lollobrigida

Il vedovo

Il vedovo (Alberto Sordi, alias Alberto Nardi), con il più stupido collaboratore del mondo, ovvero il marchese Stucchi (uno strepitoso Livio Lorenzon)


< Chi sei tu, Raul Ghiani? Quante volte te l’ho chiesto…? Quante volte me lo sono chiesto leggendo nelle luci e nelle ombre del tuo volto…Io mi sono chiesto: < Chi sei tu, Raul Ghiani?> . Sei tu lo strangolatore rapido, tecnico, puntuale, professionale di via Monaci? TU, il bonario e mansueto ragazzo di viale Coni Zugna? Tu, il deferente e laborioso operaio della ditta Vembi? Il disciplinato giovanotto di via Tarquinio Prisco? Chi sei tu, Raul Ghiani? >
….

Il vedovo

Il vedovo: “la morta” (creduta tale) , ritorna


…Chi era invece il ragionier Stucchi (l’attore Livio Lorenzon), il ragioniere che deve fare le paghe , e non puo essere solo un ragioniere semplice, come gli uomini di Fenaroli? Qui Sonego ha un colpo d’ala , rivelando che nel ragioniere della ditta degli ascensori di Sordi è nascosto nientemeno che un marchese! Costui era stato per l’esattezza – inventa Sonego – il comandante in guerra di Alberto Sordi, il quale notoriamente e tutto al contrario di Sonego, la guerra non la fece manco per niente. Sono come vecchi soldati….che sentono sempre suonare la tromba, senza accorgersi che questa volta è la tromba dell’ascensore…In questa vetrina di tutte le più fertili ossessioni di Sonego, campeggia il ritratto nascosto ( ma neanche troppo) di
un  produttore del cinema, molto somigliante a Rizzoli

Il vedovo II

“Il vedovo” II concupisce la figlia del fattore, Margherita, una giovane e bellissima Angela Luce

Il potere incombente della Televisone è incarnato da Alberto Rabagliati che canta < L’edera> davanti alla bara vuota, e da Sordi, che in visita sul luogo della sciagura ferroviaria, dove la moglie dovrebbe essere finita in un’immensa bara d’acqua (il lago), si mostra alla telecamera…Sonego adorava e saccheggiava <I vitelloni>. Metteva qualcuno dei suoi interpreti in un film su due . Ne < Il vedovo> , c’è Leonora Ruffo (la ragazza del vitellone capo Franco Fabrizi), c’è Sordi nell’imitazione del cinguettio del cardellino, e infine il tormentone di Rodolfo: l’elogio dell’ovo fresco prodotto nelle stalle-modello della signora…”.

Tatti Sanguinetti: “Il cervello di Alberto Sordi”, Adelphi editore, 2015; pagine 185-190. Fine della II parte.

Nella terza, e ultima parte, faremo delle considerazioni riassuntive sulla genialità di Sordi

Fine II Parte.
Continua

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