Pietro Zinni, un ricercatore trentasettenne di neurobiologia, ha messo a punto un algoritmo per lo studio chimico-fisico di alcune molecole organiche. Ma la ricerca è così metodologicamente difficile, che lo stesso docente presentatore, il Professor Seta, vecchio squalo delle correnti universitarie, non fa molto per appoggiare il proprio allievo. Perciò, i componenti la commissione finanziatrice, non capendo la ricerca , la bocciano. La bocciatura porta con sé anche il mancato rinnovo del contratto, e il licenziamento del povero Pietro, che non ha il coraggio, tornato a casa, di dirlo alla convivente Giulia.
In compenso, però, ha un’idea: utilizzare l’algoritmo per creare una nuova droga, sfruttando una molecola non tabellata dal Ministero della Salute. Per sintetizzare, produrre, e vendere la nuova molecola, Pietro si rivolge a suoi conoscenti, dall’analogo curriculum universitario: Mattia e Giorgio, due latinisti che fanno i benzinai; Alberto, un chimico che fa il lavapiatti in un ristorante cinese; Bartolomeo, un economista che cerca di applicare al poker le sue abilità nel calcolo matematico; Arturo, un archeologo che lavora per l’università; e Andrea, un antropologo in cerca di un impiego presso uno sfasciacarrozze. Il gruppo utilizza abusivamente, e di notte, i laboratori dell’Istituto di Neuro-Biologia, in cui lavorava Pietro.
La molecola nuova, una sostanza ad azione psicotropa eccitante, viene alla fine sintetizzata, e prodotta in pillole. Gli amici cominciano a vendere la nuova sostanza, o meglio spacciarla nelle discoteche. Il successo, enorme e inatteso, consente guadagni cospicui a tutta “la banda degli onesti” in versione contemporanea.
Anche se appare inverosimile, lo spaccio procede senza apparenti intoppi, fino a quando “er Murena”, un capo dello spaccio, comincia a interessarsi al nuovo prodotto. La convivente di Pietro, Giulia, si insospettisce (almeno lei!) di quello che le succede intorno, e ne chiede ragione a Pietro. Questi deve confessare la verità, ma aggiunge : “Smetto quando voglio”, cioè è disposto a cessare i ogni momento la propria attività criminale. Il gioco di parole è ingegnoso, perché “smetto quando voglio” è di solito la dichiarazione irrealistica di chi ha una dipendenza da sostanze psicotrope (alcool, fumo, droghe), e si illude di poter controllare da solo la propria dipendenza.
Giulia, però, non si lascia sedurre dalle spiegazioni cervellotiche del proprio convivente, gli comunica di essere incinta di lui, ma ugualmente… lo caccia di casa! (vedi immagine sopra).
A questo punto la storia va verso l’esito inevitabile: – er Murena cerca di mettere le mani nell’affare; – la polizia dimostra di avere nei propri radar i gaglioffi spacciatori, che nel frattempo non avevano fatto alcunché per sfuggire ai radar medesimi per un brusco cambio di tenore di vita, eccessi, clamore; – sequestro della merce, e arresti di tutti i fuorilegge, cioè della “banda degli onesti”, e delle bande vere e proprie (Murena e soci).
Come finisce? Anche se non è un film giallo, non sveleremo il finale. Diciamo solo che Giulia partorisce un maschio; che Pietro, in maniera strampalata trova un lavoro, e che Pietro e Giulia si rimettono insieme.
Trailer ufficiale del film “Smetto quando voglio”: https://www.google.it/search?biw=960&bih=466&noj=1&site=webhp&source=hp&q=smetto+quando+voglio+trailer&oq=smetto+quando+&gs_l=hp.1.3.0l10.6319.10053.0.13734.16.7.1.8.8.0.138.697.0j6.6.0.msedr…0…1c.1.61.hp..1.15.981.6oCAs9MMCUw
Per notizie sul film vai ai link: – http://www.mymovies.it/film/2013/smettoquandovoglio/ – http://it.wikipedia.org/wiki/Smetto_quando_voglio_(film) Scheda tecnica del film :
Titolo originale: “Smetto quando voglio” ; Italia ; 2014 Regia: Sydney Sibilia Soggetto: Valerio Attanasio, Sydney Sibilia Sceneggiatura: Valerio Attanasio, Andrea Garello, Sydney Sibilia Produttore: Domenico Procacci, Matteo Rovere Casa di produzione: Fandango, Ascent Film, Rai Cinema Fotografia: Vladan Radovic Montaggio: Gianni Vezzosi Musiche: Andrea Farri Scenografia: Alessandro Vannucci Costumi: Francesca Vecchi, Roberta Vecchi
Interpreti e personaggi principali: Edoardo Leo: Pietro Zinni Valeria Solarino: Giulia Valerio Aprea: Mattia Argeri Paolo Calabresi: Arturo Frantini Libero De Rienzo: Bartolomeo Bonelli Stefano Fresi: Alberto Petrelli Lorenzo Lavia: Giorgio Sironi Pietro Sermonti: Andrea De Sanctis Sergio Solli: Professor Seta Majlinda Agaj: Angelica Neri Marcorè: Murena Guglielmo Poggi: Maurizio Caterina Shulha: Paprika
Gli interpreti. I migliori: – Stefano Fresi, il corpulento Alberto Petrelli, cameriere in un ristorante cinese; – Paolo Calabresi, nel ruolo i Arturo Frantini, archeologo; Sergio Solli, nel ruolo del “mitico” professor Seta; Nella media: tutti gli altri; Il meno convincente? Neri Marcoré, nella parte di er Murena. Mi sembra che le parti di cattivo non gli siano congeniali.
– Pregi (+) e difetti del film (-): + Finalmente una storia che racconta le vere difficoltà di lavoro, in Italia, anche per i colletti bianchi. La storia di alcuni ricercatori universitari, dal curriculum brillante, è una storia frequente nella nostra società in crisi;
+ La via crucis di tanti brillanti studiosi è descritta con proprietà e garbo, anche in alcuni aspetti farseschi: il professor Seta, che non capisce gli studi presentati dal proprio ricercatore Zinni, e passa il tempo a telefonare a improbabili padrini politici, in un’epoca in cui i padrini politici non contano più! Irresistibili sono le scene in cui i poveri colletti bianchi disoccupati vanno ai colloqui di lavoro, per posti di sfasciacarrozze; oppure quelle con i due latinisti-benzinai, che sono costretti a parlarsi clandestinamente in latino, per non farsi sentire dal proprio datore di lavoro asiatico!
– Il demerito maggiore del film, a mio avviso, è della sceneggiatura: si immagina che dei ricercatori abusivi possano utilizzare i laboratori universitari, per parecchie notti; usarne le apparecchiature; consumare i reagenti, e infine sintetizzare e produrre quantità non piccole di una nuova molecola psicotropa. Ecco, presupporre tutto ciò è poco credibile, anche per un sistema universitario piuttosto malconcio come quello del Belpaese! – Un altro punto debole è la sghemba filosofia di vita di Pietro, che pure ci viene presentato come una mente brillante! Egli infatti dichiara che se una sostanza non è tabellata nell’elenco delle sostanze proibite, non è illegale. Il che è vero in forma sofistica, ma non nella sostanza. Pietro doveva invece dire: una sostanza è lecita, se non viene vietata dalle tabelle del Ministro competente. Se tu dunque sintetizzi una nuova molecola, devi sottoporla all’iter regolamentare per la registrazione e il brevetto, il che è tutta un’altra cosa, ovviamente. + Dulcis in fundo, un pregio del film è il lieto fine strampalato e romantico, che coinvolge la famigliola di Pietro, Giulia, e il loro bambino: davvero la poesia delle persone semplici!