Presentazione: 1) “The Taming of the Shrew” ( “La Bisbetica Domata”) é una commedia romantica ed una farsa. Shakespeare ne costruisce la storia, ad incastro: nel Prologo (“Induction”) un calderaio ubriacone, Christopher Sly, trovandosi sbronzo in un’osteria, dopo un alterco con l’ostessa, crolla ciucco sotto un tavolo, e si addormenta del sonno stuporoso degli ubriachi. Un avventore, un signore burlone, architetta a danno del calderaio una beffa crudele: l’ubriaco sarà trasportato nella casa del signore e, al momnento dello stuporoso risveglio, tutti lo tratteranno come se fosse il nobile padrone della casa. Il paggio Bartolomeo, in abiti femminili, si fingerà la moglie premurosa ed innamorata. Mentre la beffa viene messa a punto, nella locanda arriva una compagnia di comici ambulanti e ad essi viene affidato l’incarico di recitare, nella casa del Signore/Burlone, la commedia “The Taming of the Shrew” , il tutto per prendersi gioco del povero calderaio bevitore. Ovviamente, la recita avrà i toni della farsa bizzarra e strampalata. I comici dunque recitano una parte, di fronte al calderaio al quale viene fatta recitare la parte del nobile smemorato, insomma “il teatro nel teatro”;
2) I comici cominciano a recitare “The Taming”, e la commedia farsesca dura, secondo il canone teatrale, cinque atti. A parte un paio di battute, nel I atto, di personaggi del Prologo, le due rappresentazioni proseguono in parallelo e l’Autore non ritorna più sull’argomento: da uomo di teatro, Shakespeare sapeva che il pubblico avrebbe compreso l’intreccio, e che ogni didascalia o spiegazione avrebbe appesantito l’opera;
3) “The Taming”, per certi versi, riprende la commedia dell’arte, perché prevede molti “doppi ruoli”: A) Lucenzio, da Pisa, spasimante di Bianca, cede la propria identità al servo Tranio che, insieme all’altro servo Biondello, avvicinerà la donna concupita; B) Lucenzio diventa Cambio (!), proveniente da Reims, precettore di Latino, Greco, ed altre lingue. In quanto precettore, può avvicinare Bianca; C) Ortensio, altro pretendente di Bianca, per le stesse ragioni, si traveste da maestro di musica. Ortensio, alla fine, sposa una ricca (!) vedova di Padova; D) Tranio/Lucenzio chiede a Battista la mano di Bianca; E) Pedante si fa passare per Vincenzo, padre di Lucenzio; F) Il vero Vincenzo capita per caso a casa di Battista e, dopo una serie di equivoci grotteschi, sta per finire in prigione per “furto d’identità” ; ma le cose alla fine si chiariscono.
Per il integrale e originale, vai al link: http://www.gutenberg.org/cache/epub/1107/pg1107.html
THE TAMING OF THE SHREW (1594) by William Shakespeare Dramatis Personae Persons in the Induction A LORD CHRISTOPHER SLY, a tinker HOSTESS PAGE PLAYERS HUNTSMEN SERVANTS BAPTISTA MINOLA, a gentleman of Padua VINCENTIO, a Merchant of Pisa LUCENTIO, son to Vincentio, in love with Bianca PETRUCHIO, a gentleman of Verona, a suitor to Katherina Suitors to Bianca GREMIO HORTENSIO Servants to Lucentio TRANIO BIONDELLO Servants to Petruchio GRUMIO CURTIS A PEDANT Daughters to Baptista KATHERINA, the shrew BIANCA A WIDOW Tailor, Haberdasher, and Servants attending on Baptista and Petruchio
Act I ; Scoena II PETRUCHIO: Signior Hortensio, ‘twixt such friends as we Few words suffice; and therefore, if thou know One rich enough to be Petruchio’s wife, As wealth is burden of my wooing dance, Be she as foul as was Florentius’ love, As old as Sibyl, and as curst and shrewd As Socrates’ Xanthippe or a worse- She moves me not, or not removes, at least, Affection’s edge in me, were she as rough As are the swelling Adriatic seas. I come to wive it wealthily in Padua; If wealthily, then happily in Padua. (Mia traduzione: Signor Ortensio, poche parole bastano tra amici come noi. Se dunque tu conosci una abbastanza ricca da essere mia moglie, e poiché la ricchezza è la base della mia danza nuziale, che sia brutta come la moglie di Fiorenzo, o come la vecchia Sibilla, bieca e bisbetica più della Santippe di Socrate, non mi distoglie , né mi allontana dal mio interesse per lei, anche se fosse più tremenda dell’Adriatico in burrasca. Sono venuto per fare ricche, cioè felici, nozze a Padova). ….. HORTENSIO: Petruchio, since we are stepp’d thus far in, I will continue that I broach’d in jest. I can, Petruchio, help thee to a wife With wealth enough, and young and beauteous; Brought up as best becomes a gentlewoman; Her only fault, and that is faults enough, Is- that she is intolerable curst, And shrewd and froward so beyond all measure That, were my state far worser than it is, I would not wed her for a mine of gold. (c.s.: Petruccio, stando così le cose, continuerò sul serio un discors, che prima avevo cominciato per scherzo. Io posso aiutarti, Petruccio, a trovare una moglie, ricca abbastanza, ma anche giovane e bella, tirata su come una dama, il cui unico e solo difetto è di essere terribilmente stramba, insomma stramba al di là di ogni misura, e certo non è un difetto da poco, tant’è vero che, anche se il mio stato fosse peggiore di quello che è, non la sposerei neanche per una miniera d’oro).
Act II; Scoena I. PETRUCHIO: Good morrow, Kate- for that’s your name, I hear. KATHERINA. Well have you heard, but something hard of hearing: They call me Katherine that do talk of me. PETRUCHIO. You lie, in faith, for you are call’d plain Kate, And bonny Kate, and sometimes Kate the curst; But, Kate, the prettiest Kate in Christendom, Kate of Kate Hall, my super-dainty Kate, For dainties are all Kates, and therefore, Kate, Take this of me, Kate of my consolation- Hearing thy mildness prais’d in every town, Thy virtues spoke of, and thy beauty sounded, Yet not so deeply as to thee belongs, Myself am mov’d to woo thee for my wife. KATHERINA. Mov’d! in good time! Let him that mov’d you hither Remove you hence. I knew you at the first You were a moveable. PETRUCHIO. Why, what’s a moveable? KATHERINA. A join’d-stool. PETRUCHIO. Thou hast hit it. Come, sit on me. KATHERINA. Asses are made to bear, and so are you. PETRUCHIO. Women are made to bear, and so are you. KATHERINA. No such jade as you, if me you mean. PETRUCHIO. Alas, good Kate, I will not burden thee! For, knowing thee to be but young and light- KATHERINA. Too light for such a swain as you to catch; And yet as heavy as my weight should be. PETRUCHIO. Should be! should- buzz! KATHERINA. Well ta’en, and like a buzzard. PETRUCHIO. O, slow-wing’d turtle, shall a buzzard take thee? (c.s.: P: Buon giorno, Catia, ché questo é il vostro nome, se ho sentito bene. C: Avete sentito, ma non bene, perché chi vuole parlare con me, mi chiama Caterina. P: Ma non è vero, perché vi chiamano semplicemente Catia, a volte brava, a volte stramba. Perciò, per me, Catia, la più preziosa Catia della Cristianità; Catia, di Castel di Catia; la mia Catia latte e miele; Catia tartina dolce, perché tutte le tartine sono dolci, perciò ascolta ciò che ti dico, Catia, mia consolatrice: poiché ho sentito esaltare la tua remissività, celebrare le tue virtù, proclamare la tua bellezza- mai però quanto vedo che meriteresti- perciò sono spinto a chiederti in moglie. C: Spinto? E allora chi vi ci ha spinto, vi rimandi indietro! L’ho capito subito che eravate un mobile. P: Che mobile? C: Uno sgabello. P: Beh, hai indovinato e dunque, vieni, siediti qui, sulle mie ginocchia. C: Sono i somari, che sono fatti per portare la soma, perciò voi dovete essere un somaro. P: Ma anche le donne possono essere gravide, e tu sei una donna. C: Ma io non sono così stolta da portarvi, se è di me che volete parlare. P: Ah, mia dolce Catia, non ho intenzione di gravare su di voi, che siete così giovane e leggera. C: Troppo leggera da essere importunata da un bifolco come voi, ma eppure sono ben piantata per terra. P: Piantata? Posso tirarti su. C: Risposta da mentecatto, sono forse io una secchia? P: Sembri una vespa, perché non fai che ronzare. C: Ecco, voi mi girate intorno come un falcone. P: Mia dolce tortorella, il falcone ti acchiapperà!).
Act V; Scoena II KATHERINA. Fie, fie! unknit that threatening unkind brow, And dart not scornful glances from those eyes To wound thy lord, thy king, thy governor. It blots thy beauty as frosts do bite the meads, Confounds thy fame as whirlwinds shake fair buds, And in no sense is meet or amiable. A woman mov’d is like a fountain troubled- Muddy, ill-seeming, thick, bereft of beauty; And while it is so, none so dry or thirsty Will deign to sip or touch one drop of it. Thy husband is thy lord, thy life, thy keeper, Thy head, thy sovereign; one that cares for thee, And for thy maintenance commits his body To painful labour both by sea and land, To watch the night in storms, the day in cold, Whilst thou liest warm at home, secure and safe; And craves no other tribute at thy hands But love, fair looks, and true obedience- Too little payment for so great a debt. (c.s.: Vergogna, vergogna. Spiana quella fronte ostile, e non lanciare occhiate torve contro il tuo re, tuo padrone e sostegno. Questa tua ostilità rovina la tua bellezza, come il gelo secca l’erba del prato; e offusca la tua reputazione, come la bora che, sempre e comunque inopportuna e molesta, strappa le tenere piantine. Donna irritata è come una sorgente inquinata che nessuno, per quanto assetato ed esausto, vorrà accostarvi le labbra, per bervi anche una sola goccia. Tuo marito è il tuo signore, la tua vita, il tuo custode, il tuo capo, il tuo sovrano; colui che si prende cura di te e che, per mantenerti, affronta gravi fatica per terra e per mare, e sopporta veglie in notti tempestose, e giorni di gelo, mentre tu te ne stai al sicuro in casa. E lui, per tutto ciò, ti chiede solo un po’ d’amore, di serenità, e di obbedienza: un prezzo invero esiguo, per un debito tanto grande) .
Conclusione: 1) “ The Taming” è l’unica opera di Shakespeare in cui c’è un lieto fine per una coppia, nel caso: Caterina & Petruccio;
2) L’Autore costruisce una raffinata storia ad incastro, in cui l’Amore viene presentato come un evento così misterioso, che può nascere in maniera inattesa, anche tra persone all’apparenza, e per ragioni diverse, incompatibili. Eppure, Caterina e Petruccio hanno un elemento in comune, che è quello di essere estranei (al contesto): Caterina, perché polemica con la prassi di “dare un marito alle donne da marito” ; Petruccio, perché sceglie di lasciare Verona, e cercare moglie in un altro luogo (nel caso: Padova) ;
3) Shakespeare costruisce la trama in maniera raffinatamente anti-realistica, e talora paradossale, perché risulti che l’innamoramento, l’amore, e la felicità coniugale sono eventi così misteriosi, che possono avvenire sono in un mondo parallelo di ruoli doppi e tripli. Ma che cosa, alla fine, unisce i due protagonisti? L’attrazione sessuale reciproca: Petruccio dimostra subito interesse per la persona di Caterina, che a sua volta inizia una schermaglia dialettica, tipicamente femminile, onde valutare il proprio gradimento per lo spasimante “programmatico”;
4) Chi decide, alla fine? La donna (nel caso, Caterina), come in tutte le opere del Bardo e…come succede sempre nella vita reale.