Sir John Falstolfe é un personaggio storico, e viene ricordato nelle cronache del tempo come un mediocre comandante nelle guerre dell’Inghilterra contro la Francia, poi chiamate con il termine “La guerra dei cento anni”.
Il personaggio Sir John Falstaff, o semplicemente Falstaff, quale noi lo conosciamo, é un personaggio creato da William Shakespeare, e presente nella commedia “ The Merry Wives of Windsor”, e nei drammi storici “ Henry IV- First and Second Part”, e “Henry V”.
“Falstaff” è anche un melodramma-opera buffa di Giuseppe Verdi, che si ispira quasi esclusivamente alle vicende narrate in “The Merry Wives of Windsor”, e in piccolissima parte a “ Henry V”.
Hegel scrisse che i personaggi di Shakespeare “sono gli artisti di se stessi”, e ciò sembra valer anche per Falstaff. Ma che significa la frase di Hegel? Significa che i personaggi di Shakespeare, o perlomeno i più riusciti, sembrano dei personaggi storici, cioè reali; cioè sembrano avere una vita propria. Pensate a Giulio Cesare; Marco Antonio; Bruto e Cassio: sembrano più reali dei personaggi storici descritti da Tito Livio, Plutarco, Cicerone, e insomma dagli storici e testimoni !
Una simmetria tra Don Chisciotte/Sancio e Amleto/Falstaff è stata suggerita da molti storici della letteratura e del teatro. La simmetria è plausibile, e rappresenta in certo senso un archetipo nella cultura occidentale: l’incontro-scontro tra l’idealismo (Chisciotte/Amleto) da una parte; e il pragmatismo, dall’altra (Sancio/Falstaff).
Act II; Scoena Quarta :
(Interno della taverna “Alla testa del cinghiale”; il Principe chiede a Falstaff di improvvisare uno scherzo in cui il Principe interpreta il ruolo di Henry IV, padre del Principe; e Falstaff, quello del Principe Henry. Il Re/Principe finge di chiedere a Falstaff/Principe un giudizio sulla figura di Falstaff, e Falstaff (quello vero) risponde con questa arguzia sublime)
Falstaff:
But to say, I know more harme in him then in my selfe, were to say more then I know. That hee is olde (the more the pittie) his white hayres doe witnesse it: but that hee is (sauing your reuerence) a Whore-master, that I vtterly deny. If Sacke and Sugar bee a fault, Heauen helpe the Wicked: if to be olde and merry, be a sinne, then many an olde Hoste that I know, is damn’d: if to be fat, be to be hated, then Pharaohs leane Kine are to be loued. No, my good Lord, banish Peto, banish Bardolph, banish Poines: but for sweete Iacke Falstaffe, kinde Iacke Falstaffe, true Iacke Falstaffe, valiant Iacke Falstaffe, and therefore more valiant, being as hee is olde Iack Falstaffe, banish not him thy Harryes companie, banish not him thy Harryes companie; banish plumpe Iacke, and banish all the World
(Mia traduzione: Ma dire che io conosca in lui più magagne che in me, sarebbe esagerato. Che egli sia vecchio-la cosa più triste-lo dicono i suoi capelli bianchi. Ma che egli sia, salvo il rispetto a vostra reverenza, un puttaniere, lo nego con forza. Se il vino allo zucchero è peccato, il Cielo aiuti il vizioso. Se essere vecchi è diventato un peccato, allora molti Compari di mia conoscenza sono fregati: se la pinguedine merita il disprezzo, allora si devono amare solo le sette vacche magre del Faraone. Mio dolce Signore, se vuoi, metti pure al bando Peto, Bardolfo, Poins, ma risparmia il dolce, gentile e fido John Falstaff; tanto più coraggioso, quanto più è vecchio d’anni. Metti al bando il pingue John, e avrai bandito il mondo intero).
Act IV; Scoena Prima:
(Il campo dei ribelli presso Shresbury; Falstaff, avuto l’incarico di reclutare soldati per l’esercito del re, ha scartato quelli che si barattavano il congedo con i soldi, e alla fine ha dovuto ripiegare su un’accolita di poveracci affamati, e mal in arnese. Ecco il colloquio tra il conte di Westmoreland) .
Falstaff:
Tut, tut, good enough to tosse: foode for Powder, foode for Powder: they’le fill a Pit, as well as better: tush man, mortall men, mortall men. (Come sopra: Be’, be’, per farsi sbudellare, vanno bene anche loro: carne da macello, carne da macello; e le fosse le riempiono come e meglio dei tuoi; sono uomini mortali, sì mortali).
Westmoreland:
I, but Sir Iohn, me thinkes they are exceeding poore and bare, too beggarly
(c.s.:Ma Sir John, questi mi sembrano proprio dei pezzenti, degli accattoni).
Falstaff:
Faith, for their pouertie, I know not where they had that; and for their barenesse, I am sure they neuer learn’d that of me
(c.s.: Quanto alla povertà, non so da chi l’hanno presa; ma la magrezza, non l’hanno certo presa da me) .
Prince:
No, Ile be sworne, vnlesse you call three fingers on the Ribbes bare. But sirra, make haste, Percy is already in the field.
(c.s.:Basta la vista, a meno che non volete chiamare magrezza tre dita di ciccia. Ma amico, sbrigatevi, perché Percy è già sul piede di guerra)
Falstaff:
What, is the King encamp’d? (c.s.: E allora, anche il Re é accampato?)
Westmoreland:
Hee is, Sir Iohn, I feare wee shall stay too long (c.s.:Sir John, mi chiedo se per caso non abbiamo indugiato troppo)
Falstaff:
Well, to the latter end of a Fray, and the beginning
of a Feast, fits a dull fighter, and a keene Guest.
(c.s.:Bene, primo a banchetto è l’ospite intelligente/E a battaglia terminata, il soldato prudente).
Act V; Scoena Prima:
(Il campo dei ribelli presso Shrewsbury; il Re ha appena deciso, su consiglio del Principe, di andare alla battagia contro i ribelli Hotspur e Douglas. Falstaff ha scherzosamente chiesto al Principe di aiutarlo in battaglia. Il Principe, negatogli ogni soccorso e solidarietà, addirittura dice a Falstaff di prepararsi a morire, e il buon Sir Joh così gli risponde)
Falstaff:
‘Tis not due yet: I would bee loath to pay him before his day. What neede I bee so forward with him, that call’s not on me? Well, ’tis no matter, Honor prickes me on. But how if Honour pricke me off when I come on? How then? Can Honour set too a legge? No: or an arme? No: Or take away the greefe of a wound? No. Honour hath no skill in Surgerie, then? No. What is Honour A word. What is that word Honour? Ayre: A trim reckoning. Who hath it? He that dy’de a Wednesday. Doth he feele it? No. Doth hee heare it? No. Is it insensible then? yea, to the dead. But wil it not liue with the liuing? No. Why? Detraction wil not suffer it, therfore Ile none of it. Honour is a meere Scutcheon, and so ends my Catechisme. (c.s.:Non ancora: non mi va proprio di pagare prima della scadenza. Che bisogno avrei io di correre così forte incontro a chi neanche mi cerca? Non c’è proprio niente da fare: è l’onore a spingermi in avanti. Ma se il medesimo mi spinge tanto avanti da buttarmi con la faccia a terra, come ne esco? Può per caso l’onore rimettermi a posto una gamba, o un braccio, o togliermi il dolre di una ferita? No, perché l’onore neanche se ne intende di chirurgia. Ma in fin dei contri, che cavolo è l’onore? Una parola! E dentro questa parola, che cosa c’è? Aria. Bella roba! E chi ce l’ha l’onore? Uno morto di Mercoledì. Ma costui, l’onore lo sente ancora? No. E neanche lo ode. Ma allora, perbacco, chi è che ce l’ha questo onore? I morti. Ma allora, dico io, l’onore coi vivi non ci vive ? No, e perché? Perché non permetterebbe Madama La Calunnia non lo permetterebbe. Allora, di questo onore, io non so proprio che farmene, perché esso, a quanto ho capito, è solo un’insegna delle pompe funebri. E qui, per adesso finisce il mio Catechismo).
Conclusione:
1) Molti giudicano Falstaff dall’opera di Verdi, un capolavoro, che però era tratto quasi per intero da “The Merry Wives of Windsor”. Quello però non è il vero Falstaff , ma uno pseudo- Falstaff, come lo definì Harold Bloom, uno dei maggiori studiosi del Bardo, in “Shakesopeare: The Invention of the Human” (ISBN 1-84115-047-9), pag. 315;
2) Il vero Falstaff è quello di Henry IV (I & II part) e Henry V. Ma chi è Falstaff? Shakespeare ce lo mostra come uomo fiduciario del Principe: è un arruolatore di soldati, ruolo quanto mai fiduciario; è un custode dei segreti della vita privata del Principe; è l’organizzatore dei bagordi licenziosi, della “Dolce Vita” del Principe e della sua (del Principe) compagnia;
3) Falstaff, sempre trattato dal Principe in maniera villana, quando non offensiva, accetta questa diminutio capitis, apparentemente senza reagire. Perché? Perché egli si illude di dare al giovane Principe un surrogato di amore paterno, che il Principe non ha mai avuto, dati i rapporti sempre conflittuali o ostili con il re Henry IV. Il Principe non ricambia, anzi ci tiene ad esibire sempre la propria arrogante distanza. Anche oggi, vediamo rampolli di famiglie potenti, che si danno alla débauche, poi pretendono che si dimentichi tutto, e fanno in modo che i compari di bagordi vengano puniti e costretti al silenzio/oblio.
4) Il Principe ovviamente si dimenticherà di questo cameratismo e, al momento dell’incoronazione, abbandonerà Falstaff al suo destino: la prigione nella Torre di Londra. Falstaff morrà di delusione e di dispiacere, e quindi non farà in tempo a subire l’impiccagione. Ciò che le persone ordinarie è baldoria, per i nobili (oggi diremmo per il jet set) è capriccio & trasgressione, quindi neanche giudicabile dal popolo/gente comune;
5) In maniera piuttosto sorprendente, il personaggio di Falstaff rimarrà come archetipo nel mondo dell’arte, e soprattutto dello spettacolo. Anche a distanza di secoli dalla creazione del personaggio, ancora oggi parliamo di personaggi Falstaffiani nel mondo del teatro, del cinema, e dello show-business in generale. Ma di ciò parleremo in prossimo articoli su questo Blog.
– Henry IV (first part) ; link al http://www.gutenberg.org/ebooks/2251
– Henry IV (second part) ; link al http://www.gutenberg.org/ebooks/1117 http://www.treccani.it/enciclopedia/enrico-iv-re-d-inghilterra/
http://www.treccani.it/enciclopedia/enrico-v-re-d-inghilterra/
http://www.treccani.it/enciclopedia/shakespeare_(Enciclopedia_Italiana)/ – A Sir John Falstaff’s Biography. Vai al link: http://www.gutenberg.org/files/44900/44900-h/44900-h.htm#link2H_4_0030
– Il “Falstaff” di Verdi-Boito. Vai al link: http://it.wikipedia.org/wiki/Falstaff_(Verdi)