“I Hired a Contract Killer”;
– Directed/Produced/Written by Aki Kaurismäki
– – Cinematography:Timo Salminen.
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“I Hired a Contract Killer” is directed, produced and written by the Finnish Aki Kaurismäki, in 1990. It’s a Finnish-British-German-Swedish co-production, and stars the French actor Jean-Pierre Léaud, former Antoine Doinel in François Truffaut’s movies.
Cast
– Jean-Pierre Léaud : Henri Boulanger ;
– Margi Clarke : Margareth, a flower seller in bars;
– Kenneth Colley : the contract killer.
Plot:
Henri Boulanger (Léaud), a French man living in London, is laid-off from his job, after fifteen years of service. He tries to commit suicide, but because he continuously fails, decides to hire a hitman (Kenneth Colley) to finish the job. After making the contract he meets Margaret (Margi Clarke) and finds new meaning to life, however, he is unable to call off the hitman.
– You Tube : I hired a contract killer , trailer: http://www.youtube.com/watch?v=YXGw36Zq2p8
– You Tube: I hired a contract killer”, soundtrack:
http://www.youtube.com/watch?v=2I9KXRr3VhI
Conclusione:
1) E’ la storia di un uomo solitario, non di un uomo solo, nel senso di uno che ha scelto la solitudine; un Francese che dichiara di aver lasciato la Francia, perché “lì non lo volevano”. Lavora da 15 anni, a Londra, presso un’azienda di cui non ci viene rivelato nulla. Un giorno, una non avvenente segretaria lo accompagna nell’ufficio di un capo, che gli comunica il licenziamento, con effetto immediato. Oltre alla buonuscita di 10.000 £ , gli viene regalato un orologio (!), che un banco dei pegni gli valuta del valore di 5 £ (!). Dopo diversi tentativi di suicidio, fantozzianamente falliti, investe tutta la liquidazione di fine rapporto, per farsi ammazzare a pagamento da un killer. Mentre attende di essere ucciso, Henri incontra in un bar un fioraia, Margareth, di cui si innamora. Subito dopo essersi innamorato, cambia idea e non vuole più morire, ma il bar dove ha stipulato il contratto non esiste più, perché è stato raso al suolo! La seconda parte del film è la descrizione strampalata e bizzarra, di come il killer cerchi di compiere il proprio “dovere”, e di come la vittima auto-designatasi cerchi di sfuggirgli. Come finisce? Che il nostro Henri non muore, e questo basti, perché il film è anche un thriller!
2) Il film è fatto da grandi interpreti, e da atmosfere urbane rarefatte e metafisiche. Gli interpreti sembrano muoversi in un mondo separato, perché non incontrano nessun altro che non sia coinvolto nella vicenda. Strepitoso cameo del regista, come venditore di occhiali; e Serge Reggiani, gestore di un bar in un cimitero (sic!) di Londra.
3) Come negli altri film di Kaurismäki, non c’è colonna sonora, ma musica vera e propria: canzoni blues, e Carlos Gardel, tutte di straziante malinconia;
4) Timo Salminen, nella fotografia, sceglie uno stile che ricorda in parte Mario Sironi, e in parte Edward Hopper, come vedrete nella documentazione;
5) Il film ha un “arrière pensée” di stampo cristiano, come spesso in Kaurismäki, nel senso di “amor omnia vincit”. La dolce e burrosa fioraia Margareth si prende cura dello strampalato Henri, e …gli salva la vita. Ogni vorrebbe incontrare un donna così!
Raffinata scelta di artisti uniti dal comune filone di ricerca esistenziale.
Complimenti per il blog, incontrato sul web seguendo Dostoevskji.
Anna