De Christianorum persecutione: Pars Prima

Presentazione:
Da 2000 anni, nella Storia, c’è una costante: la persecuzione contro i Cristiani. Qui viene presentato uno dei primi filosofi e “padri” cristiani: S. Giustino (100-162 o 168). Presentiamo qui qualche brano dell’Apologia Prima, indirizzata all’Imperatore Romano, Antonino Pio ( 86-161), e a  suo figlio e successore  Marco Aurelio (121-180). In allegato trovate il link per il testo integrale delle opere di Giustino:  “Apologia Prima” ; e “Apologia Seconda”; e del “Dialogo con Trifone”.

1) Apologia prima : http://www.monasterovirtuale.it/la-patristica/s.-giustino-apologia-prima/tutte-le-pagine.html

2) 2014-105 Apologia seconda
3) 2014-103 Giustino Dialogo con Trifone

S. Giustino (100-162 0 168), filosofo, martire e padre della Chiesa

S. Giustino (100-162 0 168), filosofo, martire e padre della Chiesa

San Giustino, “filosofo e martire”. Così chiama Tertulliano il nostro santo, uno dei primi padri apologisti ed il primo “filosofo cristiano”. Giustino, nato in Terra Santa e morto martire a Roma , è di uno dei più grandi santi della Chiesa dei primi secoli. Convertito al cristianesimo in un’epoca in cui i cristiani erano pochi e crudelmente perseguitati, affrontò con coraggio le grandi sfide della Chiesa del suo tempo: il dialogo con gli ebrei, il ruolo dei pagani e della loro cultura nella storia della salvezza, mantenendo ferma la sua fede fino a testimoniarla con il sangue.    Giustino nacque a Flavia Neapoli, città fondata da Vespasiano nel 72 d.C. poco dopo la conquista di Gerusalemme da parte dei romani. La città esiste ancora nella Samaria, col nome di Nablus e si trova fra due montagne bibliche: l’Ebal e il Garizzim. Molto vicina alla biblica Sichem, dove Dio era apparso ad Abramo, e dove lui Gli dedicò un altare ( Genesi, 12: 6-7). Giosuè a Sichem convocò le dodici tribù d’Israele per ratificare la Alleanza fra Dio e il suo popolo (cfr. Gs 24). Lì vicino si conserva il pozzo di Giacobbe, dove il nostro Signore annunziò alla Samaritana che era arrivata l’ora in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in Spirito e verità (Giovanni, 4:23).    Per il suo nome e quello di suo padre e del suo nonno si può dedurre l’origine pagana e presumibilmente romana di Giustino i cui genitori sono probabilmente venuti dalla penisola italica per stabilirsi nella nuova colonia romana dopo la sconfitta degli ebrei e la distruzione di Gerusalemme e del Tempio nel 70 d.C. La personalità di Giustino è molto attraente, si tratta di un vero uomo in cui non c’è falsità (Giovanni, 1:47). Riportiamo le parole di uno dei suoi biografi: “Quello che ci ispira pronta simpatia in San Giustino, io direi di buon grado che è la trasparenza della sua anima, sincera, leale, ardente come nessuna. Quella anima si mostra a noi dalle prime righe della prima Apologia, nella stessa dedicazione; ci sono poche parole cosi impressionanti in tutta la letteratura cristiana primitiva: io, uno di loro. “Io, Giustino, di Prisco, figlio di Bacheio nativi di Flavia Napoli, città della Siria di Palestina, o composto questo discorso e questa supplica in difesa degli uomini di ogni stirpe ingiustamente odiati e perseguitati, io che sono uno di loro” .Fra le sue opere conserviamo due apologie indirizzate molto probabilmente agli imperatori Antonino Pio e Marco Antonio, ed il Dialogo con Trifone nel quale presenta il cristianesimo in Dialogo con la filosofia e col Giudaismo. Le due apologie ci fanno scoprire l’anima santa e nobile di Giustino; difende coraggiosamente ai cristiani perseguitati e senza rancore cerca la conversione dei carnefici. Secondo il padre Lagrange, tutti i cristiani dovrebbero leggere queste due apologie. Nel Dialogo, dopo aver narrato la propria conversione in tratti immemorabili, Giustino, nella persona di un rabbino evidenzia le obiezioni del giudaismo riguardo il cristianesimo. Trifone è il tipo di rabbino del secondo secolo dopo Cristo. Incantato di poter discutere con un filosofo, viene poi deluso e lo disprezza quando ascolta la sua professione di fede cristiana.

Flavia Neapolis, attuale Nablus, città natale di S: Giustino

Flavia Neapolis, attuale Nablus, città natale di S: Giustino

              Apologia prima

Indirizzo
I
– 1. All’imperatore Tito Elio Adriano Antonino Pio Cesare Augusto e al figlio Verissimo filosofo, ed a Lucio, figlio del Cesare filosofo e, per adozione, del Pio, amante del sapere, al Sacro Senato ed a tutto il popolo romano. 2. Io, Giustino, di Prisco, figlio di Baccheio, nativi di Flavia Neapoli, città della Siria di Palestina, ho composto questo discorso e questa supplica, in difesa degli uomini di ogni stirpe ingiustamente odiati e perseguitati, io che sono uno di loro.

Cattedrale di S. Giustino (Chieti) : facciata

Cattedrale di S. Giustino (Chieti) : facciata

II.
– 1. La ragione suggerisce che quelli che sono davvero pii e filosofi onorino e amino solo il vero, evitando di seguire le opinioni degli antichi qualora siano false. Infatti la retta ragione suggerisce non solo di non seguire chi agisce o pensa in modo ingiusto, ma bisogna che in ogni modo e al di sopra della propria vita, colui che ama la verità, anche se è minacciato di morte, scelga sia di dire sia di fare il giusto.
2. Voi dunque godete in ogni luogo la fama di essere pii e filosofi e custodi della giustizia e amanti della sapienza: se poi davvero anche lo siete, sarà dimostrato. 3. Eccoci infatti dinanzi a voi non per adularvi attraverso questi scritti né per parlarvi in modo accattivante, ma per chiedervi di pronunciare il giudizio secondo il criterio di un attento e preciso esame, senza attenervi a pregiudizi né al desiderio di piacere a gente superstiziosa: ritorcereste la condanna contro di voi stessi, con un comportamento irragionevole e seguendo una cattiva fama ormai inveterata. 4. Noi infatti siamo persuasi che non possiamo subire alcun male da alcuno, a meno che si provi che siamo operatori di malvagità o che si riconosca che siamo malvagi: voi potete sì ucciderci, ma non nuocerci.

Paganica (Aq): Chiesa di S: Giustino. Meraviglioso esempio di arte romanica

Paganica (Aq): Chiesa di S: Giustino. Meraviglioso esempio di arte romanica

                                      Esaminare le accuse
III.
– 1. Ma affinché nessuno pensi che queste siano parole senza senso e temerarie, riteniamo giusto che siano prese in esame le accuse mosse ai cristiani, e che, qualora esse si dimostrino rispondenti al vero, siano puniti come conviene punire i convinti colpevoli; se invece non si può provare nulla, la vera ragione non consente di trattare ingiustamente, a causa di una cattiva fama, uomini innocenti: o meglio, trattare ingiustamente voi stessi, che ritenete giusto intervenire (penalmente) secondo un impulso irrazionale anziché secondo un giudizio di discrezione.
2. Chiunque sia saggio dimostrerà bella e giusta solo questa richiesta, che i sudditi rendano conto delle proprie azioni e delle proprie parole, come irreprensibili; e che, a loro volta, i governanti giudichino non secondo violenza o tirannicamente, ma seguendo pietà e sapienza. In tale modo sia i governanti sia i sudditi potrebbero godere della felicità.
3. Disse in un passo anche uno degli antichi: “Se e governanti e sudditi non sono filosofi, non è possibile che le città siano felici.
4. Nostro dovere, dunque, è di offrire a tutti la prova della nostra vita e delle nostre dottrine, affinché per colpa di coloro che vogliono ignorare quanto ci riguarda, proprio noi non paghiamo il fio di colpe che essi commettono per cecità; quanto a voi, è vostro dovere – secondo quanto richiede la ragione – dimostrarvi buoni giudici, ascoltandoci.
5. Ingiustificabile sarà in seguito la vostra azione dinanzi a Dio se, dopo aver conosciuto i fatti, non agirete secondo giustizia.

Chiesa di S. Giustino (Roma)

Chiesa di S. Giustino (Roma)

       Non è accettabile la condanna del Solo “nome” cristiano
IV.
– 1. L’appellativo di un nome non si giudica né buono né cattivo, senza i fatti che sottostanno al nome stesso; del resto, per quanto attiene al nostro nome che ci viene contestato, noi siamo ottimi.
2. Ma se, da una parte, non riteniamo giusto chiedere di essere assolti a causa del nome, qualora si dimostri che siamo colpevoli, così, d’altra parte, se non si trovano prove che commettiamo del male a causa del nome con cui siamo chiamati e di come viviamo, è vostro dovere adoperarvi per non dover pagare il fio alla giustizia per il fatto di punire ingiustamente coloro la cui colpevolezza non è provata.
3. Infatti non sarebbe ragionevole che dal nome derivasse o lode o biasimo, se non si potesse dimostrare dalle opere la bontà o la malvagità di una cosa.
4. Infatti non siete soliti condannare tutti coloro che sono accusati davanti a voi, prima che siano convinti di colpa. Invece, nei nostri confronti, usate il nome come prova, mentre, per quanto riguarda il nome, dovreste piuttosto punire i nostri accusatori.
5. Infatti ci si accusa di essere cristiani: ma non è giusto odiare ciò che è buono.
6. Viceversa: se uno degli accusati nega, a parole, affermando di non esserlo, voi lo lasciate andare libero, come se non aveste nulla di cui accusarlo come colpevole; se invece uno ammette di esserlo, voi lo punite per la sua ammissione. Bisogna invece esaminare la vita, sia di colui che confessa sia di colui che nega, affinché appaia chiaro, attraverso le opere, come ciascuno sia.
7. Come, infatti, alcuni, appreso dal maestro Cristo a non negare, quando sono interrogati offrono buon esempio, allo stesso modo altri, vivendo male, offrono un’occasione a quelli che intendono accusare indiscriminatamente tutti i cristiani di empietà e di ingiustizia.
8. Ma neppure questo è giusto! Infatti, si pongono l’etichetta ed assumono l’atteggiamento di filosofi certuni che non compiono nulla degno di tale professione. Sapete come con l’unica denominazione di filosofi siano chiamati, tra gli antichi, anche uomini che hanno professato ed insegnato teorie opposte.
9. Alcuni di costoro insegnarono l’ateismo, ed i poeti proclamano che Zeus è dissoluto, insieme ai suoi figli; eppure coloro che seguono gli insegnamenti di quelli non sono da voi imprigionati, anzi stabilite premi ed onori a chi, con belle parole, oltraggia questi dèi.

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