(“ ΟΨІΜΑϴІΑΣ”)
“Giovanilismo a oltranza”
1 Il giovanilismo ad oltranza parrebbe essere la voglia di darsi da fare oltre l’età giusta; ed il “tardone”, è un tale
2 che a sessant’anni suonati impara a memoria pezzi di tragedia e, mentre li recita a tavola tra un bicchiere e l’altro, ad un certo punto dimentica il seguito.
3 E si mette ad imparare da suo figlio il «fianco destr’», il «fianco sinistr’» e il «dietro-front».
4 E per le feste degli eroi paga il suo contributo insieme con i giovani per prendere parte alla corsa delle fiaccole.
5 Ed invero, se per caso è invitato ad un sacrificio nel tempio di Eracle, gettato via il mantello, solleva il bue per rovesciargli indietro il collo.
6 Ed entra nelle palestre e si cimenta nella lotta.
7 E agli spettacoli dei giocolieri resiste per tre o quattro affollatissime rappresentazioni, cercando di imparare a memoria le canzonette.
8 E quando viene iniziato al culto di Sabazio (I), si sforza di apparire il più bello agli occhi del sacerdote.
9 Ed innamoratosi di un’etera, mentre cerca di sfondare la porta a colpi di ariete, prende bastonate dal rivale ed è trascinato in tribunale. 1
0 E recandosi al podere in groppa ad un cavallo non suo, si mette a fare nel contempo esercizi di equitazione e così cade e si rompe la testa.
11 E come membro dei decadisti (II), riunisce a banchetto i soci che con lui sono benemeriti del club.
12 E gioca alla statua lunga con il proprio servitore.
13 E col pedagogo dei suoi ragazzi si mette a gareggiare con l’arco e col giavellotto e nello stesso tempo lo esorta ad imparare da lui come se addirittura quello non sapesse far niente.
14 E cimentandosi nella lotta ai bagni pubblici, dimena continuamente il sedere, perché faccia mostra di essersi bene allenato.
15 E se con lui vi siano donne, si esibisce in esercizi di danza canticchiando lui stesso un’aria musicale come accompagnamento.
(I) Divinità frigia, a cui si tributavano culti orgiastici;
(II): società di giovani che si riunivano il 10 di ogni mese, per fare baldoria.
Per l’integrale de “I Caratteri”, di Teofrasto, vai al link: http://www.miti3000.it/mito/biblio/teofrasto/caratteri.htm
Commento:
Tirtamo, nato in Ereso (nell’isola di Lesbo) intorno al 370, morto intorno al 288 a.C. fu l’allievo prediletto di Aristotele, e lo seguì in molti dei suoi spostamenti:- nel 347, ad Asso, ospite del tiranno Mitilene; – nel 344, nella natia Lesbo; – nel 343, in Macedonia, dove il Maestro era stato il precettore di Alessandro Magno.
Per l’ingegno acuto, e l’argomentazione brillante, Aristotele lochiamo Teofrasto, che significa < colui che parla divinamente>.
Nel 335, tornò ad Atene, dove rimase fino alla morte del maestro (323) . In quel momento, assunse la guida della scuola fondata da Aristotele, situata fuori Atene, in un posto chiamato “Liceo” . La scuola era stata chiamata “Peripato”, per il portico che era posto di fronte all’ingresso.
Teofrasto, che rimase a capo del “Peripato” fino alla morte ( 288, o 286 ), scrisse molte opere, il cui catalogo comprende ben 229 titoli, su vari argomenti: – storia naturale e botanica; – politica; – etica; – psicologia; – estetica. “I Caratteri”, è una deliziosa operetta, che esamina vari tipi umani, tutti di sesso maschile. Ogni tipo (ΧΑΡΑΚϴΡΕΣ) ha un vizio , o difetto, non grave, ma anzi suscettibile di una bonaria presa in giro. I caratteri esaminati sono ben 30, e ciò dimostrerebbe nell’Autore un intento sistematico-classificatorio.
Qui il tipo presentato è affetto da< ΟΨІΜΑϴІΑΣ> (Opsimathìa) , che viene tradotto come “giovanilismo ad oltranza”, e simili.
Ci sono tipi così, nella nostra società? A me sembra, che la società di oggi ne sia piena. E perché ci sarebbero tanti “giovanilisti accaniti” ? Diciamo che anche qui la colpa é…di Parmenide (516-450 a.C.), perché come Parmenide, la società moderna dimentica che “l’Essere deve contemplare anche il Divenire”.
Insomma, un conto è avere 30 anni di età; altra cosa, averne 50, o 70. Una canzone di Bob Dylan si intitola “Forever young” (eternamente giovane), auspicio sbagliato, ma anche inquietante.
Terminiamo con un altro grande libro ”Alice nel Paese delle meraviglie” (1865), di Lewis Carrol:
< Ma io non voglio andare fra i matti> osservò Alice.
< Beh, non hai altra scelta> disse il Gatto < Qui siamo tutti matti>.