“ Nove regine “(“Nueve reinas”) è un film argentino del 2000 diretto da Fabián Bielinsky.
Cast: – Regia e Sceneggiatura : Fabiàn Bielinsy; – Fotografia: Marcello Camorino; – Montaggio : Sergio Zottola; – Musica: César Lerner;
Personaggi e Interpreti:
– Juan : Gaston Pauls;
– Marcos : Ricardo Darìn;
– Valeria: Leticia Bredice;
– Federico: Tomàs Fonzi;
– Venditore: Isaac Fajmi;
– Anibal: Jorge Noya;
– Sanchez: Oscar Nuňez;
– Vidal Gandolfo: Ignasi Abidal;
– Washington: Alejandro Awada.
Film vincitore del Gran Premio al Festival Poliziesco di Cognac (2002).
Trama:
Juan è un truffatore alle prime armi che compie i suoi colpi per riuscire a mettere da parte la cifra necessaria a far scarcerare suo padre. Durante una delle sue piccole truffe si imbatte in Marcos, truffatore anche lui ma più esperto, che osservato il collega all’opera gli propone di mettersi in società per un giorno. Durante i loro raggiri, i due si ritroveranno tra le mani la più grossa truffa della loro vita che potrebbe porre fine per sempre ai loro problemi economici: vendere per vera, a un milionario collezionista di francobolli, una copia contraffatta delle famose nove regine, cioè nove francobolli della Repubblica di Weimar dal valore di mezzo milione di dollari. L’impresa non si presenterà semplice, ma anzi piena di imprevisti con un finale del tutto inaspettato.
Commento:
1) Non è mai divertente assistere alle imprese dei truffatori, perché ne incontriamo purtroppo in continuazione nella nostra vita quotidiana, e ci hanno veramente stufato, per non dire di peggio. È certamente non divertente (anzi!) assistere alle imprese (!?) di individui che truffano altri individui, per di più deboli e indifesi.
In questo film, i due compari Marcos e Juan, nell’ordine truffano:
A) due povere commesse cassiere in un supermercato per poveracci, annesso a un distributore di benzina. La truffa escogitata qui (sai che forza) viene chiamata da Marcos, la “truffa uruguagia”, e consiste nel farsi dare il resto, pagando con una banconota falsa. Ripeto, la cosa più inaccettabile è che vittime siano due commesse povere e spaventate. Quindi, questa non è truffa, ma un’altra cosa;
B) imbrogliano una povera donna anziana, con il trucco del falso nipote, che al citofono si dare i soldi per la multa, perché dichiara di aver dimenticato di prendere seco il portafogli. I soldi sono ovviamente ritirati dal compare Juan;
C) truffano un commesso barista, con il trucco della banconota segnata, consegnata dal primo compare, che paga regolarmente, e rivendicata dal secondo! Insomma, roba da far cascare le braccia: l’unico caso in cui la truffa/imbroglio/raggiro/pacco possono essere viste non con schifo, è quando il truffatore raggira una persona ricca e potente, e quando lo stesso truffatore si espone a dei rischi reali;
2) Ma la truffa principale nel film è quella dei falsi francobolli della Repubblica di Weimar, e precisamente quelli della serie delle “Nueve Reinas”, da cui il titolo del film. Anche qui, tutti truffano tutti, per cui ti viene fatto di pensare che, se questi individui mettessero a frutto in modo lecito i propri talenti, sarebbero tutti più ricchi, senza bisogno di impoverirsi e fregarsi a vicenda;
3) Finisce che tutti imbrogliano uno, e ovviamente non dirò la vittima. Alla fine, mi è tornata in mente la definizione che Mario Cipolla dava del “cretino sociale”, cioè come di colui che, per imbrogliare un altro, non ottiene per sé alcun vantaggio, ma anzi a propria volta subisce un danno auto-inflitto. La trama ha una gigantesca incongruenza: Juan viene presentato come truffatore inesperto, e invece dimostra di non esserlo, per cui se i truffatori inesperti sono come Juan, figuriamoci quelli esperti, come sono! E poi, l’alibi facile dei soldi per far scarcerare il padre, può essere ribaltato: se il figlio fa ciò che fa, per far scarcerare il padre, da un punto di vista puramente logico, qualche sospetto anche sull’innocenza del padre, ti viene. Potrei dire che mi è venuta in mente anche la definizione che S. Tommaso d’Aquino dà della concupiscenza, come del peccato che distrugge tutto, a cominciare dal peccatore stesso. Ma forse è sproporzionato citare il Doctor Angelicus e la sua “Summa Theologica” per personaggi e vicende come quelli di questo film.
Come vedete, il film è stato anche premiato!
Nota positiva del film? I paesaggi di Buenos Aires, e la deliziosa protagonista femminile, alias Valeria, sorella di Marcos, interpretata dall’attrice Leticia Bredice.
Vai al trailer del film : http://www.youtube.com/watch?v=aQJln3YnbAY