Tessalonica (Salonicco) fondata nel 315 a.C. da Cassandro, uno dei generali di Alessandro, e cognato, avendone sposato la di lui sorella, Tessalonica, si trova al vertice del golfo Termaico. Ai tempi di S. Paolo, per il tramite della Via Egnazia era collegata ad Oriente con i porti prospicienti la Jonia, e ad Occidente, con Durazzo nell’Adriatico; e per strade interne, era collegata al centro della penisola balcanica. Era residenza del governatore della provincia romana, e “città libera”. Paolo vi arriva all’inizio del II Viaggio Apostolico, nei primi mesi dell’anno 50 d.C. Al momento di intraprendere il II Viaggio, Paolo lascia Barnaba che, ripreso con sé Marco (il futuro Evangelista) se ne torna a Cipro (Atti, 15:39) per continuarvi l’opera di evangelizzazione iniziata con Paolo, il quale invece prende con sé Sila e raggiunge Tessalonica, partendo da Filippi, e passando da Anfipoli e Apollonia. Paolo aveva già scritto una lettera ai Tessalonicesi (inizio 52 d.C.): ma poi scrive la seconda alcuni mesi dopo, perché in Tessalonica si era sparsa la convinzione della “parusia” imminente, cioè della seconda e definitiva venuta di Cristo, e i Tessalonicesi si erano abbandonati all’inerzia e all’apatia. Paolo mette in guardia da queste attese sbagliate, e fa uno dei discorsi teologicamente più oscuri e misteriosi di tutte le Scritture. L’Abate Giuseppe Ricciotti, autore di una splendida biografia di Paolo, afferma che Paolo si rifaceva certamente a cose predicate in loco, e che quindi i Tessalonicesi erano in grado di capire ciò che a noi sembra così oscuro. Ma siamo in buona compagnia, perché già S. Agostino, nel V secolo, scriveva al riguardo : “ Io confesso di ignorare assolutamente ciò che egli abbia voluto dire” (“De Civitate Dei”, XX;19:2).
Tra i moltissimi che anche di recente si sono occupati dell’argomento, c’è il filosofo e teologo russo Vladimir Sergeevic Solovev, nel suo ultimo libro scritto poco prima della morte nel 1900: “I tre dialoghi e il racconto dell’Anticristo”, e il Cardinale Giacomo Biffi che al riguardo, nel 2005, citava proprio Soloviev.
– Italiano:
[3]Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l’apostasia e dovrà esser rivelato l’uomo iniquo, il figlio della perdizione, [4]colui che si contrappone e s’innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio. [5]Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, venivo dicendo queste cose? [6]E ora sapete ciò che impedisce la sua manifestazione, che avverrà nella sua ora. [7]Il mistero dell’iniquità è gia in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene. [8]Solo allora sarà rivelato l’empio e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà all’apparire della sua venuta, l’iniquo, [9]la cui venuta avverrà nella potenza di satana, con ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri, [10]e con ogni sorta di empio inganno per quelli che vanno in rovina perché non hanno accolto l’amore della verità per essere salvi.
Vai al link http://www.maranatha.it/Bibbia/6-LettereSanPaolo/60-2TessalonicesiPage.htm–
– Latino:
3 ne quis vos seducat ullo modo quoniam nisi venerit discessio primum et revelatus fuerit homo peccati filius perditionis 4 qui adversatur et extollitur supra omne quod dicitur Deus aut quod colitur ita ut in templo Dei sedeat ostendens se quia sit Deus 5 non retinetis quod cum adhuc essem apud vos haec dicebam vobis 6 et nunc quid detineat scitis ut reveletur in suo tempore 7 nam mysterium iam operatur iniquitatis tantum ut qui tenet nunc donec de medio fiat 8 et tunc revelabitur ille iniquus quem Dominus Iesus interficiet spiritu oris sui et destruet inlustratione adventus sui 9 eum cuius est adventus secundum operationem Satanae in omni virtute et signis et prodigiis mendacibus 10 et in omni seductione iniquitatis his qui pereunt eo quod caritatem veritatis non receperunt ut salvi fierent
Per il latino, vai al link: http://www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/b35.htm#f
– Originale greco di S. Paolo
3 μή τις ὑμᾶς ἐξαπατήσῃ κατὰ μηδένα τρόπον. ὅτι ἐὰν μὴἔλθῃἡἀποστασία πρῶτον καὶἀποκαλυφθῇὁἄνθρωπος τῆς ἀνομίας, ὁ υἱὸς τῆς ἀπωλείας,
4 ὁἀντικείμενος καὶὑπεραιρόμενος ἐπὶ πάντα λεγόμενον θεὸν ἢ σέβασμα, ὥστε αὐτὸν εἰς τὸν ναὸν τοῦ θεοῦ καθίσαι ἀποδεικνύντα ἑαυτὸν ὅτι ἔστιν θεός.
5 οὐ μνημονεύετε ὅτι ἔτι ὢν πρὸς ὑμᾶς ταῦτα ἔλεγον ὑμῖν;.
6 καὶ νῦν τὸ κατέχον οἴδατε εἰς τὸἀποκαλυφθῆναι αὐτὸν ἐν τῷ αὐτοῦ καιρῷ.
7 τὸ γὰρ μυστήριον ἤδη ἐνεργεῖται τῆς ἀνομίας· μόνον ὁ κατέχων ἄρτι ἕως ἐκ μέσου γένηται.
8 καὶ τότε ἀποκαλυφθήσεται ὁἄνομος, ὃν ὁ κύριος [Ἰησοῦς] ἀνελεῖ τῷ πνεύματι τοῦ στόματος αὐτοῦ καὶ καταργήσει τῇἐπιφανείᾳ τῆς παρούσιας αὐτοῦ,
9 οὗἐστιν ἡ παρουσία κατ’ ἐνέργειαν τοῦ σατανᾶἐν πάσῃ δυνάμει καὶ σημείοις καὶ τέρασιν ψεύδους.
10 καὶἐν πάσῃἀπάτη ἀδικίας τοῖς ἀπολλυμένοις, ἀνθ’ ὧν τὴν ἀγάπην τῆς ἀληθείας οὐκ ἐδέξαντο εἰς τὸ σωθῆναι αὐτούς.
Per il greco, vai al link: http://www.la-parola.it/WH.php?Libro=2%20Tessalonicesi&Capitolo=1
S. Paolo e la grande apostasia Tessalonica (Salonicco) fondata nel 315 a.C. da Cassandro, uno dei generali di Alessandro, e cognato, avendone sposato la di lui sorella, Tessalonica, si trova al vertice del golfo Termaico. Ai tempi di S. Paolo, per il tramite della Via Egnazia era collegata ad Oriente con i porti prospicienti la Jonia, e ad Occidente, con Durazzo nell’Adriatico; e per strade interne, era collegata al centro della penisola balcanica. Era residenza del governatore della provincia romana, e “città libera”. Paolo vi arriva all’inizio del II Viaggio Apostolico, nei primi mesi dell’anno 50 d.C. Al momento di intraprendere il II Viaggio, Paolo lascia Barnaba che, ripreso con sé Marco (il futuro Evangelista) se ne torna a Cipro (Atti, 15:39) per continuarvi l’opera di evangelizzazione iniziata con Paolo, il quale invece prende con sé Sila e raggiunge Tessalonica, partendo da Filippi, e passando da Anfipoli e Apollonia. Paolo aveva già scritto una lettera ai Tessalonicesi (inizio 52 d.C.): ma poi scrive la seconda alcuni mesi dopo, perché in Tessalonica si era sparsa la convinzione della “parusia” imminente, cioè della seconda e definitiva venuta di Cristo, e i Tessalonicesi si erano abbandonati all’inerzia e all’apatia. Paolo mette in guardia da queste attese sbagliate, e fa uno dei discorsi teologicamente più oscuri e misteriosi di tutte le Scritture. L’Abate Giuseppe Ricciotti, autore di una splendida biografia di Paolo, afferma che Paolo si rifaceva certamente a cose predicate in loco, e che quindi i Tessalonicesi erano in grado di capire ciò che a noi sembra così oscuro. Ma siamo in buona compagnia, perché già S. Agostino, nel V secolo, scriveva al riguardo : “ Io confesso di ignorare assolutamente ciò che egli abbia voluto dire” (“De Civitate Dei”, XX;19:2).
Tra i moltissimi che anche di recente si sono occupati dell’argomento, c’è il filosofo e teologo russo Vladimir Sergeevic Solovev, nel suo ultimo libro scritto poco prima della morte nel 1900: “I tre dialoghi e il racconto dell’Anticristo”, e il Cardinale Giacomo Biffi che al riguardo, nel 2005, citava proprio Soloviev.
– Italiano:
[3]Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l’apostasia e dovrà esser rivelato l’uomo iniquo, il figlio della perdizione, [4]colui che si contrappone e s’innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio.
[5]Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, venivo dicendo queste cose? [6]E ora sapete ciò che impedisce la sua manifestazione, che avverrà nella sua ora. [7]Il mistero dell’iniquità è gia in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene. [8]Solo allora sarà rivelato l’empio e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà all’apparire della sua venuta, l’iniquo, [9]la cui venuta avverrà nella potenza di satana, con ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri, [10]e con ogni sorta di empio inganno per quelli che vanno in rovina perché non hanno accolto l’amore della verità per essere salvi. Vai al link http://www.maranatha.it/Bibbia/6-LettereSanPaolo/60-2TessalonicesiPage.htm– Latino:
3 ne quis vos seducat ullo modo quoniam nisi venerit discessio primum et revelatus fuerit homo peccati filius perditionis 4 qui adversatur et extollitur supra omne quod dicitur Deus aut quod colitur ita ut in templo Dei sedeat ostendens se quia sit Deus 5 non retinetis quod cum adhuc essem apud vos haec dicebam vobis 6 et nunc quid detineat scitis ut reveletur in suo tempore 7 nam mysterium iam operatur iniquitatis tantum ut qui tenet nunc donec de medio fiat 8 et tunc revelabitur ille iniquus quem Dominus Iesus interficiet spiritu oris sui et destruet inlustratione adventus sui 9 eum cuius est adventus secundum operationem Satanae in omni virtute et signis et prodigiis mendacibus 10 et in omni seductione iniquitatis his qui pereunt eo quod caritatem veritatis non receperunt ut salvi fierent
Per il latino, vai al link: http://www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/b35.htm#f
– Originale greco di S. Paolo
μή τις ὑμᾶς ἐξαπατήσῃ κατὰ μηδένα τρόπον. ὅτι ἐὰν μὴἔλθῃἡἀποστασία πρῶτον καὶἀποκαλυφθῇὁἄνθρωπος τῆς ἀνομίας, ὁ υἱὸς τῆς ἀπωλείας,
4 ὁἀντικείμενος καὶὑπεραιρόμενος ἐπὶ πάντα λεγόμενον θεὸν ἢ σέβασμα, ὥστε αὐτὸν εἰς τὸν ναὸν τοῦ θεοῦ καθίσαι ἀποδεικνύντα ἑαυτὸν ὅτι ἔστιν θεός.
5 οὐ μνημονεύετε ὅτι ἔτι ὢν πρὸς ὑμᾶς ταῦτα ἔλεγον ὑμῖν;.
6 καὶ νῦν τὸ κατέχον οἴδατε εἰς τὸἀποκαλυφθῆναι αὐτὸν ἐν τῷ αὐτοῦ καιρῷ.
7 τὸ γὰρ μυστήριον ἤδη ἐνεργεῖται τῆς ἀνομίας· μόνον ὁ κατέχων ἄρτι ἕως ἐκ μέσου γένηται.
8 καὶ τότε ἀποκαλυφθήσεται ὁἄνομος, ὃν ὁ κύριος [Ἰησοῦς] ἀνελεῖ τῷ πνεύματι τοῦ στόματος αὐτοῦ καὶ καταργήσει τῇἐπιφανείᾳ τῆς παρούσιας αὐτοῦ,
9 οὗἐστιν ἡ παρουσία κατ’ ἐνέργειαν τοῦ σατανᾶἐν πάσῃ δυνάμει καὶ σημείοις καὶ τέρασιν ψεύδους.
10 καὶἐν πάσῃἀπάτη ἀδικίας τοῖς ἀπολλυμένοις, ἀνθ’ ὧν τὴν ἀγάπην τῆς ἀληθείας οὐκ ἐδέξαντο εἰς τὸ σωθῆναι αὐτούς.
Per il greco, vai al link: http://www.la-parola.it/WH.php?Libro=2%20Tessalonicesi&Capitolo=1