“…Se lei morisse, certo i suoi figli si ricorderebbero di lei, mentre consumano quanto lascerà loro; ma potrebbe anche capitare che i suoi nipoti non sappiano neanche che lei è esistito, lei, dico, il generale Bertrand….Invece Gesù parla, e le generazioni gli appartengono con legami più stretti e intimi del sangue; con un’unione mistica più potente di tutto, perché egli accende un amore che nega ogni egoismo, cioè suscita un amore più grande di tutti. come non riconoscere in questo miracolo della sua potenza, l’opera del Verbo di Dio?
Gli stessi fondatori delle altre religioni mai neanche concepirono questo tipo di amore mistico, che è l’essenza del cristianesimo, e che viene chiamata carità! In realtà, essi temevano di lanciarsi contro uno scoglio insormontabile, perché, nell’operazione di farsi amare, l’uomo porta con sé il sentimento della propria impotenza…”.
Napoleone Bonaparte: “Conversazioni sul cristianesimo”. Edizioni San Domenico, Bologna, 2013; pagine 43-44.
Caro vito comunque alla luce del personaggio storico napoleone per me rimane un enigma, ma sono contento che si è convertito ed il perdono è il grande enigma di Dio
Ciao andrea