Droghe leggere per cervelli leggeri?

2014-041 Piero PolitticoEsistono, o non esistono, le droghe leggere?
La dipendenza, da farmaci, o da sostanze da abuso, è così definita dall’Organizzazione Mondiale di Sanità (World Health Organization: WHO) : “Uno stato psichico, e talvolta anche fisico, risultante dall’interazione tra un organismo vivente e una sostanza chimica. Tale stato consiste in una tendenza sfrenata ad assumere quella sostanza, in modo continuativo, o periodico. La sostanza viene assunta, per gli effetti diretti da essa prodotti, ma anche per evitare i disturbi causati dalla sua mancanza. La tolleranza, e cioè la necessità di aumentare la dose, per avere gli stessi effetti, può essere presente, ma anche non esserlo. Il soggetto può diventare dipendente da più di una sostanza”. (WHO, 1994; 2012).
Le sostanze da abuso sono così classificate (DSM, 1995, 2013; ICD-10,1992; ): 1) Alcool; 2) Oppioidi; 3) Cannabinoidi; 4) Sedativi o ipnotici; 5) Cocaina; 6) Altri stimolanti; 7) Allucinogeni; 8) Tabacco (*); 9) Sostanze volatili; 10) Altre sostanze psicoattive. Nella stessa pubblicazione, si afferma che il danno provocato da una, o più, sostanza/e è linearmente correlato al consumo, cioè non esiste alcuna soglia, al di sotto della quale non ci sia danno.
La cannabis da alcuni burloni viene presentata innocua, come se fosse …acqua distillata. Ecco, cosa ne scrive il Manuale degli Psichiatri Americani , cioè la “summa” in materia:” I soggetti con dipendenza da cannabis si caratterizzano per un uso sfrenato (compulsive, in inglese) della sostanza…una sindrome da astinenza è stata riscontrata in alcuni soggetti…” (DSM-IV).
Sempre il WHO (1994; 2012) così definisce le sostanze, con riferimento alla tolleranza e alla dipendenza: I) Tutte le sostanze in elenco sono in grado d indurre dipendenza; II) Non esistono droghe leggere, o pesanti. Infatti, in inglese, non ci sono neanche gli aggetti qualificativi, ad esempio : “hard”, contrapposto a “light”; III) La dipendenza è la risultante delle caratteristiche della sostanza, ma anche dal profilo psicichico del consumatore; IV) Nel caso di uso di più di una sostanza, la dipendenza è additiva.
Nella Medicina moderna, vige il “principio di precauzione”, ovvero la prevenzione. Se hai una sostanza nociva (asbesto; radiazioni ionizzanti; fumo di tabacco) , il tuo obiettivo è raggiungere, o avvicinarti il più possibile, all’esposizione zero.
Stranamente, per le sostanze di abuso, il principio di precauzione/prevenzione viene dimenticato. Inoltre, molti “persuasori occulti “ nei media stanno cercando di far passare la libera circolazione, smercio e consumo di queste sostanze; o, farisaicamente, la depenalizzazione del loro uso. Queste posizioni che, arbitrariamente, si auto-qualificano come “anti-proibizionistiche”, tendono in realtà al controllo sociale, cioè hanno una finalità politica, e non hanno alcunché di scientifico, né di razionale .2014-043 Piero Battesimo di Cristo

(*) Non è questa la sede per illustrare perché il tabacco sia stato lasciato nella lista. Per chi è interessato, consiglio di consultare WHO,1994.
– Diagnostic and Statistical Manual (DSM) of Health Disorders ; American Psychiatric Association /APA); DSM- IV; 1995; p. 225; DSM- V; 2013; pp. 1-2;
– International Statistical Classification of Diseases and Related health Problems . Tenth Revision : ICD-10; Volume 1; Tabular List; Geneva, 1992;
– Who Expert Committee on Drug Dependence. Geneva; Sixteenth Report, 1994; p. 6; Thirty Fifth Report, 2012.2014-044 Piero Brera

L’articolo è corredato/arredato con immagini di tre quadri di Pier della Francesca; e con l’immagine della scultura detta “La notte”, di Michelangelo, nelle Cappelle Medicee, in Firenze. Insomma, il meglio del meglio, per dimenticare le droghe, che sono il peggio del peggio!

 

 

 

 

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